Avezzano. Ancora episodi di vandalismo e inciviltà in pieno centro. Già nelle scorse settimane avevamo riportato la segnalazione esasperata di un residente di via Marruvio che aveva testimoniato come, a partire dalle prime ore della serata, in quel tratto di strada che va dall’incrocio con via Mazzini all’angolo della Banca del Fucino, alcune comitive giovanili particolarmente su di giri – per usare un eufemismo – sembrerebbero più preoccupate sul come dar fastidio a chi abita in loco che sul come passare una piacevole serata. Muri imbrattati, vetri rotti e sporcizia ovunque sono una costante, esattamente come insulti e minacce nei confronti di chi, a giusto diritto e ragione, si affaccia per chiedere – il più delle volte inutilmente – di abbassare la voce. Attenzione, nessuno chiede ai ragazzi di non divertirsi, di non sostare lì sotto o di non passare una tranquilla serata in compagnia di amici e compagne, bensì di non schiamazzare e disturbare quella che, più comunemente, è chiamata “quiete pubblica”. Se a ciò aggiungiamo che, nonostante queste banali richieste siano giustificate e giustificabili (e non hanno di certo bisogno di spiegazioni) ciò che torna indietro sono insulti e, addirittura, minacce, beh, allora è arrivato davvero il momento di prendere il toro per le corna.
L’ultima segnalazione è di poche ore fa. La porta d’accesso all’ufficio del Catasto è stata in parte infranta e i muri continuano a presentare scritte ingiuriose e volgari di varia natura. Ecco, quindi, che l’ingresso a un ufficio pubblico assume sempre più l’aspetto di un ghetto di periferia (senza alcun tipo di rimando al film “The Warriors”). Oltre a questo ci è stato testimoniato un episodio increscioso e decisamente fastidioso. Era da poco passata la mezzanotte quando un abitante del posto si è affacciato dalla propria abitazione per chiedere ai ragazzi di fare silenzio o, al limite, di spostarsi in piazza per chiacchierare ad alta voce. La loro replica, in particolar modo quella di uno di loro che – a detta di chi ci ha contatti – non avrà avuto più di 16 anni, è stata di una serie interminabile di offese e parole umilianti e, cosa gravissima, anche di pesanti minacce, con tanto di invito a scendere per “risolvere la cosa da uomini”.
La conferma di quanto accaduto ci giunge da un ragazzo che assistito alla scena: “Dopo aver chiesto di abbassare la voce i ragazzi facevano finta di aver compreso e agivano di conseguenza. Poi, però, non appena il signore rientrava dentro casa, continuavano a urlare come e più di prima, col chiaro intento di fare un dispetto e dar lui fastidio. Tutto ciòè inammissibile, perché si tratta di episodi di gravissima maleducazione che calpestano qualsiasi forma di educazione civica e sociale. E tutto ciò avviene nel cuore della città. Non se ne può più. Ora si aggiunge anche il fatto che i ragazzetti coi motorini schizzano a tutta velocità per richiamare l’attenzione dei loro coetanei. E’ ora di intervenire. Così non si può e non si deve andare avanti”.
F. F.