Avezzano. I giovani e la politica, un binomio spesso oggetto di campagna elettorale per ogni aspirante sindaco. Quello di ripartire dalle nuove generazioni è un tema costante in qualsiasi programma elettorale. Scontato che venga citato, naturale che sia messo in primo piano. Chiunque, prima o poi, durante un percorso politico affronta le questioni legate al mondo giovanile e alle politiche che li vedono coinvolti. Non sempre nella maniera più opportuna oppure ortodossa.
“Quando parlo di generazione nuova non mi riferisco solo al fattore anagrafico, ma anche a quello della freschezza, della novità, della pulizia e dello spessore umano. Va da sé che giovane non vuol dire sempre e comunque competente. Preferisco parlare di giovinezza politica. Ci sono coalizioni che al loro interno hanno tutto e il contrario di tutto, noi cerchiamo di dare una sterzata col passato grazie a un gruppo di persone legate prima di tutto da un’amicizia”, spiega Mario Babbo, candidato sindaco.
“Gente che fino a ieri si è denunciata a vicenda, adesso si abbraccia e sorride. Chi ho al mio fianco lavora col sorriso, questo è sotto agli occhi di tutti. È la prima volta che ci tuffiamo in questa avventura ma non per questo siamo sprovveduti, anzi. Non abbiamo firmato le cambiali con nessuno, neanche coi partiti. Ma dall’altro lato ci sono persone che al netto delle apparenze sono profondamente divise”.
Concetto, quest’ultimo, ribadito anche durante la conferenza stampa di ieri nella quale il Partito Democratico ha presentato la propria lista. “Siamo l’unico gruppo che può avere un dialogo con il governo. Tutti sappiamo quanto i prossimi mesi saranno difficili e quanto, quindi, ci sarà necessità di avere una linea di interlocuzione diretta con l’apparato burocratico – amministrativo centrale. Oltre a ciò c’è da aggiungere che la nostra voglia di rinnovamento è analoga alla loro che infatti hanno chiuso con molti dei loro vecchi esponenti per guardare al futuro con nuovi occhi. È una nuova fase politica per la città. Siamo pronti al cambiamento”, conclude Babbo.