Avezzano. Fino a un anno e mezzo fa, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico erano come cane e gatto. Non si piacevano, neanche a provarci. Ma la crisi del governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte, con conseguente uscita dai banchi della maggioranza della Lega di Matteo Salvini, ha spalancato le porte all’ingresso dei dem, dando così vita all’esecutivo giallorosso. Con buona pace degli appassionati di scale cromatiche, nacque dunque il Conte bis.
In questo lasso di tempo molto è cambiato. L’intesa, dove possibile, si è rafforzata, il dialogo è cresciuto fino a diventare costante e le spallate dell’opposizioni di centrodestra vengono incassate senza mai andare realmente al tappeto. Frizioni e attriti su diverse tematiche e modus operandi restano, ma, si sa, il gioco della politica è anche questo. Lo scenario nazionale ha inevitabilmente influenzato anche quello locale. E per Avezzano, molto probabilmente, non sarà diverso.
Rispetto alla tornata elettorale che ha portato Gabriele De Angelis a diventare sindaco, la posizione del M5s oggi è piuttosto controversa. Fino a prima dello scoppio della pandemia i grillini si erano oggettivamente indeboliti, tra scissioni interne e perdita di consensi. In questi mesi, invece, complice la crescente popolarità dello stesso Conte, il trend sembra essersi ribaltato. I pentastellati hanno recuperato voti (anche se i fasti dei tempi che furono sono ben lontani dall’essere replicati) e non è da escludere che anche su Avezzano si possa cambiare marcia.
L’esponente più in vista dei gialli è l’ex consigliere di opposizione Francesco Eligi. Al suo fianco, pur se con un ruolo diverso, ci sarà Giorgio Fedele, avezzanese di nascita e attuale consigliere regionale. Spetterà principalmente a loro il compito di costruire una lista credibile per guidare il partito in vista della tornata elettorale. Sarà complessa e lo scenario nazionale, come detto, influenzerà quello territoriale. Dialoghi con il Partito Democratico ci sono stati, ci sono e ci saranno, al fine di trovare un’intesa per costruire una coalizione in grado di contrastare il centrodestra che, anche se in calo rispetto a un anno fa, e non perfettamente allineata al suo interno, resta sempre temibile.