Avezzano. “L’amianto è un materiale cancerogeno accertato per l’uomo e secondo il Commissario del Comune di Avezzano la situazione sarebbe “sotto controllo”. Serve invece una messa in sicurezza immediata, lo smaltimento dovrà avvenire con il cantiere in depressione, per evitare ulteriori dispersioni delle fibre cancerogene”. Queste le parole del Forum H20 Abruzzo. “L’Amianto provoca, a distanza di anni dall’esposizione, anche minima, il mesotelioma, un tumore quasi incurabile. Ad Avezzano il 15 luglio scoppia un incendio in un impianto rifiuti, la Casinelli. Il tetto, di onduline di eternit, cioè materiale contenente amianto (ci sembra giusto, i depositi di rifiuti non vanno mai a fuoco…), crolla a terra, frantumandosi. Stiamo parlando di migliaia di mq. Un tetto che non passa inosservato. O, meglio, non dovrebbe passare inosservato ai “tecnici” intervenuti. Il fumo invade Avezzano ma a nessuno viene in mente di monitorare l’amianto, una sostanza cancerogena, nell’aria. Ripetiamo: NON È STATO CERCATO! Il 18 luglio l’ARTA, nonostante i limiti delle sue indagini (chi non cerca, non trova!), conclude “Sprigionati idrocarburi ma niente rischi per i cittadini”. A 10 giorni dall’incendio, il 25 luglio, un attivista del Forum H2O di Pescara, Augusto De Sanctis, sulla base di alcune immagini riprese dal drone, scrive a procura ed enti. In sintesi: “scusate, avete cercato l’amianto nell’aria? Il sistema anti-incendio della ditta funzionava?” L’ARTA il 31 luglio risponde evasivamente alla domanda dell’attivista che, a quel punto, il 3 agosto manda un’ulteriore PEC reiterando le richieste. Il Forum H2O quel giorno diffonde un comunicato stampa. Due giornali online del posto iniziano a fare domande. Il direttore dell’ARTA il 4 agosto ammette che non hanno cercato l’amianto ma perentorio, sostiene che “Nessuno deve dirci come fare il nostro lavoro”.
“L’attivista di Pescara”, spiega il Forum H20 Abruzzo,”quel giorno manda un’ulteriore PEC all’ARTA e agli altri enti, procura compresa, con i link ai referti delle ARPA delle altre regioni che monitorano normalmente l’amianto in caso di incendi. Durante e appena dopo (nel senso di ore). Il 4 agosto, 20 giorni dopo l’incendio e 10 giorni dopo la segnalazione dell’attivista, si svolge un sopralluogo degli enti alla Casinelli. Alla fine l’ARTA, evidentemente, segue i consigli dell’attivista, cerca l’amianto e…LO TROVA! Il 5 agosto escono foto (ne alleghiamo una) e video tremendi dei cumuli di amianto nel capannone distrutto, alla mercé del vento. Nessuna messa in sicurezza. Quel giorno ai microfoni del TGR Abruzzo il direttore dell’ARTA ammette la presenza dell’amianto. Sono passati ventuno giorni. Sempre il 5 agosto la ASL risponde all’attivista con una nota in cui sostiene che nessuno l’ha avvertita dell’amianto. Il 6 agosto l’attivista manda agli enti, per pec, anche le foto. L’11 agosto come segnalato dalla stampa online, le macerie fumano ancora, prive di qualsiasi intervento di messa in sicurezza, tra la preoccupazione dei gestori delle fabbriche limitrofe”.
“Sempre l’11 agosto”, spiega H2o Abruzzo,” a quasi un mese dall’evento, (ripetiamo, quasi un mese dopo l’incendio e 17 giorni dopo la segnalazione dell’attivista) si svolge un summit tra gli enti dove l’ARTA ribadisce la presenza dell’amianto. Il 13 agosto, 29 giorni dopo l’incendio e 19 giorni dopo la prima segnalazione dell’attivista, la ASL manda una lettera allarmante in cui invita a tenere chiuse le finestre delle aziende limitrofe e non far esporre i lavoratori alle pericolose fibre di amianto. Il 20 agosto Tekneco, un’azienda limitrofa alla Casinelli, dirama un comunicato stampa estremamente duro rispetto all’azione degli enti. Stamattina, apprendiamo dalla stampa, che per il Commissario del Comune di Avezzano la situazione sarebbe “sotto controllo”. Alla luce di quanto sopra riportato, crediamo di poter affermare che ormai, tra le note della ASL e le dichiarazioni del Commissario, siamo allo humor nero, sottocategoria: involontario”, conclude il Forum H2o Abruzzo.