L’Aquila. L’ultima frazione della tre giorni appenninica della Staffetta Alpina è stata tra le più lunghe e dense di eventi. Partiti nel mattino dal Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre di Pizzoli, piccolo comune di 4000 anime nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, i corridori delle Truppe Alpine dell’Esercito e dell’Associazione Nazionale Alpini hanno puntato dritti verso la città dell’Aquila.
A guidare gli alfieri, per la prima fase, sono stati il comandante del Nono reggimento Alpini, il colonnello Gianmarco Laurencig, friulano di nascita, insieme al maggiore Pasquale Marrese (di Teano), insieme al maresciallo ordinario Claudia Papale, nativa di Pescina, e al salentino Roberto Quarta, sergente maggiore capo. Praticamente tutta l’Italia rappresentata. Con loro Massimo Barone e Alessandro Arrigoni, entrambi in forza alla Sezione Abruzzi.
All’arrivo alla caserma Pasquali, sede del reggimento aquilano, i corridori sono stati accolti da due ali “verdi” di alpini che hanno fatto da cornice ai corridori, i quali hanno percorso il viale principale, passando tra i diversi monumenti presenti all’interno, fino ad arrivare al piazzale della bandiera dove c’è il monumento ai martiri di Selenyj Jar, la battaglia sul fronte russo, che nel terribile inverno del 1943 vide gli alpini del battaglione L’Aquila dare prova di coraggio e onore in uno degli scontri più cruenti di quella drammatica campagna militare che contò pochi reduci. Uno di loro è scomparso meno di un mese fa: Valentino Di Franco, della 108ª Compagnia “A zump de camosce”, legatissimo al reggimento e ai suoi giovani alpini di oggi dei battaglioni L’Aquila e Vicenza, i quali hanno fermato per un momento le loro attività di addestramento all’arrampicata, al tiro e all’impiego di mezzi speciali, per un omaggio ai loro Veci andati avanti in terra lontana quasi ottant’anni fa.
Nel pomeriggio la staffetta ha percorso il centro della città, passando per la caserma Rossi – storica sede del reggimento – e il parco intitolato al maresciallo capo Luca Polsinelli caduto tragicamente in azione in Afghanistan nel 2006, in un attacco vile da parte degli insorti.
A seguire il passaggio presso la Fontana luminosa, simbolo aquilano, e il Forte spagnolo. Infine, in coda a un lungo corteo di cappelli alpini che reggevano un enorme tricolore, i corridori si sono avviati presso la Basilica di San Bernardino (edificata tra il 1454 ed il 1472, la cui facciata è una delle massime espressioni dell’architettura rinascimentale in Abruzzo), dove al cospetto di un folto pubblico, presenti il Presidente ANA Sebastiano Favero e il generale Nicola Piasente (comandante della Taurinense), è avvenuta la solenne accensione del tripode delle Alpiniadi. Per la prima volta in Abruzzo, la grande manifestazione sportiva dell’Associazione Nazionale si terrà fino al 19 giugno, con quattro giorni di festa e di sport alpino per centinaia di atleti che si misureranno in quattro impegnative discipline: corsa in montagna, marcia di regolarità, carabina laser e orienteering e corsa a staffetta.