Avezzano. Quattromila chilogrammi di carote, patate, radicchio e altri ortaggi sono stati donati alla Diocesi di Avezzano per destinarli alle famiglie più bisognose. Un gesto simbolico ma concreto quello degli agricoltori fucensi di Coldiretti che, nell’ambito di una campagna orticola particolarmente difficile, hanno deciso di destinare parte della produzione in esubero alla solidarietà consegnando oggi pomeriggio decine di cassette di ortaggi in curia, alla presenza del vescovo Pietro Santoro, che provvederà alla distribuzione nella diocesi di Avezzano e in quelle limitrofe.
Presenti il Presidente di Coldiretti Angelo Giommo e gli imprenditori orticoli coinvolti, che hanno caricato e scaricato in più tranche le cassette straripanti di ortaggi, attualmente conservati nelle celle frigorifere della curia, pronte per la distribuzione ai più bisognosi, che in Abruzzo si stimano intorno alle 100mila unità.
“E’ un piccolo gesto di solidarietà verso i più bisognosi da parte di un settore che sta soffrendo a sua volta – dice Angelo Giommo, Presidente Coldiretti L’Aquila – un modo per fare del bene evidenziando tuttavia le problematiche che stanno vivendo oggi gli agricoltori fucensi, a cinque mesi dall’inizio dell’emergenza Covid, a partire dalla diminuzione dei prezzi all’origine e dalla mancata collocazione sul mercato con conseguente diminuzione di reddito. Attualmente nel Fucino il calo dei prezzi al produttore non permette il giusto riconoscimento del mercato e rende letteralmente inutile il lavoro di mesi con diminuzioni anche superiori al 50% rispetto allo stesso prezzo praticato sulla piazza nello stesso periodo dello scorso anno. In questa ottica – aggiunge Giommo – ci è sembrato doveroso donare a scopo benefico una parte degli ortaggi che, altrimenti, sarebbero stati trinciati nei campi perché non apprezzati dal mercato”. Secondo Coldiretti, alla base della crisi del settore orticolo è una filiera distorta che separa produttori e consumatori ed è costituita, non solo dalla grande distribuzione, ma da tanti piccoli e grandi commercianti che dettano il prezzo in funzione di un’offerta che allo stato attuale è difficilmente gestibile. “C’è un mondo che sta in mezzo, tra produzione e consumo – dice Giommo – un mondo che, per un vantaggio immediato, sta colpendo duramente l’economia di questo territorio, pregiudicando il futuro dell’intero sistema economico ortofrutticolo del Fucino”.