Ortucchio. Nata nel 1983, come azienda agricola produttrice di ortaggi freschi, la Colt.or è tra le dieci aziende col maggior fatturato nella provincia dell’Aquila per quanto riguarda il 2019. Un traguardo prestigioso, frutto di anni di duro e intenso lavoro, di dedizione verso la terra che rappresenta ancora una grande possibilità di lavoro, e quindi di guadagno, per chi ivi lavora e produce.
Attualmente la società è una Cooperativa di produttori, che provvede alla lavorazione e alla commercializzazione dei prodotti conferiti dai soci. Le attività vengono svolte negli stabilimenti di Ortucchio (carote e quarta gamma) e di Venere (insalate). Per ottimizzare il risultato di qualità dei prodotti e per garantire una presenza di essi nell’arco di tutto l’anno solare, oltre ai campi di produzione del Fucino, confluiscono al fatturato dell’azienda anche i prodotti di coltivazione in campi situati a Fiumicino (Roma), Termoli (CB) e Lesina (FG).
Un po’ di storia
“L’azienda nasce nel 1983 per mano di alcuni imprenditore della zona: Alfonsi Guglielmo , Antonangeli Valerio e Alfonsi Vincenzo. Strada facendo, e per motivazioni differenti, escono entrambi dai rispettivi ruoli e quindi subentro io nel 1991. La società, pertanto, va avanti con me e mio suocero Guglielmo “, spiega Antonio Alfonsi, attuale titolare. “Nel 2006 ci costituiamo in cooperativa con gli imprenditori della zona e alcuni di fuori zona. Lavoriamo, oltre che nella zona Fucense, negli areali romani e foggiani. In questi ultimi ritiriamo maggiormente finocchi, che vengono coltivati nella zona sia foggiana che di Lesina. Ora siamo 16 soci di cui 13 della zona fucense.
“Il nostro fatturato oggi si aggira sui 17 milioni di euro, raggiunto con la valorizzazione dei prodotti conferiti dalla compagine sociale”
Quali sono i prodotti più commercializzati?
“Patata, carota e finocchi. Nel 2013 iniziamo a lavorare questi stessi prodotti ma in quarta gamma, cioè tagliati e pronti per il consumo. Essi riguardano la baby carota che va direttamente nei supermercati, la patata e la carota vengono ricondizionate da altre aziende che producono piatti pronti e zuppe o che fanno catering da distribuire, ad esempio, nelle mense degli ospedali”.
Quanti dipendenti lavorano con l’azienda?
“Nel periodo che va da aprile a novembre dove si insiste nelle lavorazioni locali arriviamo a 180 dipendenti. Quando si abbassa la produzione locale la numerosità degli addetti si riduce a 140. Spero di poter essere una buona calamita per i giovani affinchè attenzionino le loro attese di lavoro verso aziende del nostro settore, che riserva ancora gratificanti prospettive lavorative”
Cosa consiglio ai giovani?
Grosso impegno, sempre, oltre che il non desistere anche nei momenti che lasciano mortificati per il risultato. La caparbietà e la passione spingono ad andare avanti. Serve la voglia di arrivare agli obiettivi che ci si prefigura. Occorre poi consolidare i risultati e non vederli scemare col passare degli anni.
Uno sguardo all’energia rinnovabile
Avevo pensato già da tanto tempo alla produzione di energia tramite i nostri scarti di lavorazione. Sono investimenti importanti su cui occorre focalizzare attenzioni ben precise. Il decreto energia ci accompagna in tal senso.
La mia ambizione come imprenditore è consolidare quanto fatto, anche se sono rammaricato dall’assenza di un’eredità generazionale che porti la Colt.or. verso nuovi traguardi economici.