Avezzano. Pomodori, mozzarelle, ceci e insalate prodotte nei campi sequestrati alla malavita saranno utilizzati nella mensa dell’LFoundry. Ieri, durante la visita di don Luigi Ciotti nella Marsica, è stata lanciata la proposta provocatoria subito accettata dal manager Sergio Galbiati che ha assicurato un impegno da parte del sito marsicano per l’associazione che ogni anno lotta per la legalità. La visita ad Avezzano del numero uno di Libera rimarrà alla storia. Don Ciotti, ormai di casa in città e nella Marsica grazie all’impegno di don Aldo Antonelli e di tanti altri volontari, è stato accolto ieri mattina da un teatro dei Marsi affollatissimo di studenti. Il Liceo Scientifico di Avezzano per un giorno si è trasferito per un giorno nella platea e nella galleria della struttura di via Cavalieri di Vittorio Veneto per ascoltare le parole di don Ciotti. A salutarlo il sindaco, Gianni Di Pangrazio, il dirigente scolastico, Marina Novelli, e la docente di religione e moderatrice, Barbara D’Angelo. Il sacerdote ha spiegato ai ragazzi che la lotta alla legalità inizia proprio dai banchi di scuola. È mentre si è fianco al fianco con i coetanei che si capisce l’importanza del rispetto delle regole nella vita. La formazione, come ribadito anche dalla preside Novelli, è fondamentale per i ragazzi che iniziano a muovere i primi passi nel mondo degli adulti molto spesso pieno di insidie. Gli studenti hanno ascoltato attentamente le parole di don Ciotti rapiti dai suoi racconti e dai suoi insegnamenti. Subito dopo l’incontro con gli studenti il sacerdote anti mafia si è spostato all’LFoundry. Nella sala convegni dell’azienda ad attenderlo c’era una delegazione di lavoratori e poi il direttore dello stabilimento, Riccardo Martorelli, e il numero uno, Galbiati. Le tematiche sulle quali don Ciotti si è confrontato con i dipendenti dello stabilimento sono state etica nell’impresa e giovani e lavoro. Il sacerdote ha spiegato ai presenti come Libera agisce nel mondo del lavoro e come cerca sempre di favorire l’inserimento dei giovani nelle aziende strappate dalla mafia. Dal canto suo Galbiati ha presentato l’operato dello stabilimento che da 30 anni dà lavoro a migliaia di persone cercando sempre di seguire delle linee guida all’insegna dell’etica. Il manager, inoltre, ha spiegato a don Ciotti che l’azienda oggi dà lavoro a 1.700 persone (tra dipendenti e indotto) ed è una realtà che continua ad andare avanti nonostante la crisi. A quel punto il sacerdote non ha potuto fare a meno di proporre a Galbiati di acquistare dei prodotti biologici di Libera per la mensa dell’azienda. E Galbiati, senza battere ciglio, ha accettato subito per aiutare l’associazione dare un segnale.