Alba Fucens. Lo stemma comunale di Massa D’Albe, il comune che ha come frazione anche Alba Fucens, è un’aquila che tra i suoi artigli stringe un fascio di fulmini, ma il legame delle colline di Alba con i fulmini è molto profondo e inizia già in epoca romana.
Non tutte le città romane erano autorizzate a battere moneta ma Alba Fucens sì, e le monete rinvenute nel sito archeologico abruzzese, coniate all’incirca tra il 280 e il 275 a.C., sarebbero ricollegabili al pagamento delle truppe militari durante le guerre Pirriche. Su due oboli è raffigurata un’aquila che stringe un fascio di fulmini tra i suoi artigli, esattamente come riportato nello stemma comunale di Massa d’Albe.
E’ innegabile che per la sua posizione quello di Alba Fucens è da sempre un sito altamente strategico, connotato da un’inequivocabile vocazione militare. A riprova di questo basti pensare che durante la seconda guerra mondiale il feldmaresciallo Albert Kesselring scelse proprio l’adiacente collina di Massa d’Albe per stabilire il suo quartier generale, durante le operazioni difensive dell’Italia del sud. Sarà un caso, ma anche il simbolo della Luftwaffe è un’aquila che stringe tra i suoi artigli dei fulmini, nello specifico il simbolo degli operatori per le trasmissioni e i cannonieri, reparto guidato proprio dal feldmaresciallo Albert Kesselring.
Inoltre sembra che il fulmine a Massa d’Albe abbia anche un forte legame religioso. Nella vicina frazione di Corona si trova il piccolo santuario della “Madonna del Fulmine”, risalente al XV° secolo. I fedeli tramandano la storia secondo cui l’8 giugno del 1795, verso le quindici e mezzo circa, nel cielo sereno apparve improvvisamente una nuvoletta, da cui inaspettatamente si udì un forte tuono e l’immediata caduta di un fulmine sulla chiesa parrocchiale. Il fulmine non fece alcun danno né ferito, ma sgretolò l’intonaco che stava dietro una parete e scoprì un’immagine affrescata della Madonna che con il braccio sinistro regge Gesù bambino. Da allora nel santuario viene venerata la Madonna del Fulmine.