Avezzano. Al via la prima criosauna in Abruzzo all’Evolution fitness Avezzano. Già una realtà ben consolidata negli Stati Uniti e nord Europa la criosauna, che nasce in Giappone, nel 1981 dal noto reumatologo Tosimo Yamauchi il quale utilizzò questa terapia per anestetizzare le articolazioni doloranti nei soggetti. Sono passati quasi 40 anni e i benefici di questa terapia si è scoperto essere innumerevoli, si passa dai benefici estetici a quelli della salute. Abbiamo sentito il parere di alcuni medici specialisti di varie discipline, ed ognuno ha espresso la propria opinione a riguardo. Secondo Massimo Nicolai, specialista in medicina sortiva, “la criosauna viene ormai utilizzata da molte squadre professionistiche per il trattamento degli infortuni e per migliorare la performance attraverso una migliore irrorazione sanguigna dei tessuti, la crioterapia permette di ottenere un’incremento del tono muscolare, un miglior recupero dopo uno sforzo fisico, potenziamento dei processi fisiologici di guarigione post infortunio, una marcata attività analgesica e antinfiammatoria che permette di ridurre l’uso dei farmaci, rilascio di endorfine che riducono stati di stress e diminuiscono i livelli di ansia e irritabilità. Oltre che trovare un ottimo coadiuvante per strappi muscolari, tendinitida sovraccarico e rigidità articolari. Che dire sicuramente un’ottima iniziativa per la città Avezzanese che si dimostra sempre all’avanguardia”.
Per Mauro Ranieri specialista in Reumatologia e medicina dello sport “la criosauna come la crioterapia potrebbe essere utile in molte patologie reumatologiche, prevalentemente quando c’è una componente infiammatoria muscolo tendinea. La cosa positiva è la brevità dell’esposizione alla bassa temperatura che comporta uno shock per l’apparato muscolo scheletrico che provoca una reazione secondaria sul microcircolo con effetti sicuramente positivi”.
Secondo Carmine Orlandi, docente di scienze dell’alimentazione per il corso di laurea Scienze Motorie, Università di Roma Tor Vergata. Responsabile nutrizione FIPAV-Beach Volley; FIPE; Settore studi e ricerche FIP; Fondazione Salus _ Avezzano “la letteratura scientifica si è recentemente arricchita di un gran numero di dati relativi alle applicazioni di “whole body cryostimulation”, tecnica che va affermandosi per una serie di interessanti risultati, in particolare dal punto di vista metabolico data la capacità di stimolare il sistema nervoso simpatico, adrenalino-mediato, con una serie di conseguenze positive metaboliche innescate dall’esposizione al freddo intenso per un breve periodo, da aggiungere alle ben note applicazioni nella medicina dello sport e nel campo immunologico.
Per Gianpiero Contestabile Fisioterapista, Scienze Motorie e presidente di Evolution Fitness Avezzano “è sempre stimolante introdurre nuove tecniche nel mondo dello sport e del benessere in generale, viene usata abitualmente dai più grandi sportivi ma anche da una moltitudine di persone che vogliono avere una pelle più tonica e luminosa infatti il freddo contrae e rigenera il tessuto epidermico. Sono evidenti anche vantaggi dal punto di vista estetico: la cute appare più elastica e compatta grazie al fenomeno della vasocostrizione/vasodilatazione e quindi al miglioramento del microcircolo e al drenaggio di gonfiori ed edemi. Sedute ripetute possono quindi far diminuire cellulite e stasi linfatica, ogni seduta ha un consumo da 300 a 500 calorie, e grazie all’aumento delle endorfine agisce anche sul tono dell’umore, con un senso finale di benessere”. Cosa succede al corpo in una condizione così estrema?
Il meccanismo di difesa innescato per contrastare il freddo, stimola la circolazione sanguigna, il sistema endocrino, il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale con proprietà antinfiammatorie, analgesiche, antidolorifiche, anti-metaboliche e antidepressive. «Il freddo determina il rilascio di acetilcolina e noradrenalina dai neuroni del sistema simpatico che vanno a inibire a livello di sistema immunitario il fattore di trascrizione NF-kB, cioè il centro dell’infiammazione — entra nel dettaglio Lombardi —. Così vengono bloccati anche i mediatori infiammatori “a valle” e la produzione di radicali liberi e di molecole di adesione (le proteine collocate sulla superficie cellulare, ndr) che attivano la fuoriuscita dei globuli bianchi nei tessuti e quindi la produzione in loco dello stimolo infiammatorio. Inoltre il freddo provoca una vasocostrizione e quindi limita l’infiammazione e inibisce direttamente gli enzimi coinvolti nella distruzione dei tessuti, fenomeno comune a tutti i processi infiammatori».
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