Avezzano. Il teatro dei Marsi omaggia Domenico Modugno con “Volare”. Domani sera l’A.T.A.M. in collaborazione con il Comune di Avezzano, in occasione della trentanovesima stagione di prosa, porterà in scena, lo spettacolo di Marco Mete con musiche eseguite dal vivo dal Trio Bugatti e con Gennaro Cannavacciuolo. Non per nulla ha vinto il premio ETI Olimpici, l’Oscar del teatro italiano. Parliamo dell’eclettico, macchiettista, straordinario cantante e ballerino Gennaro Cannavacciuolo che sta entusiasmando il pubblico con il suo “Volare, omaggio a Domenico Modugno”, spettacolo che regala allo spettatore una serata di spensieratezza, di musica, con un tuffo nei ricordi e nel passato. Cannavacciuolo, molto amato dal pubblico e dalla critica, con la dinamica regia di Marco Mete ed accompagnato da Marco Bucci Trio , confeziona un lavoro davvero elegante, malinconico, ma allo stesso tempo gioioso, con momenti di grande emozione e magia teatrale. Tutto merito dell’ensemble musicale che accompagna Cannavacciuolo ma soprattutto per l’innata simpatia e bravura dello stesso interprete – cantante che ricordiamo applauditissimo in “Concha Bonita” o “Varietà”. Un poeta della scena, artista generoso di emozioni ed autentico erede della scuola teatrale di Eduardo e Pupella Maggio. “Volare” è uno dei suoi spettacoli più fortunati, consacrato da centinaia di repliche, con un impianto scenico semplice ed originale e che propone un itinerario rapsodico nella storia di un personaggio come il “Mimmo nazionale”, simbolo della grande canzone italiana. La pièce è divisa in due tempi. Nella prima parte, spazio alle canzoni dialettali e macchiettistiche, da “O caffè’” a “La donna riccia”, da “La cicoria” e “U pisci spada”, alla più famosa “Io mammeta e tu”; fino ai monologhi teatrali e al suggestivo dialogo tra madre e figlio tratto dalla commedia musicale “Tommaso D’Amalfi” di Eduardo de Filippo, eseguito con l’apporto della voce registrata di Pupella Maggio che volle dare il suo contributo proprio a questo spettacolo. Nella seconda parte, da atmosfera brechtiana, largo alle canzoni d’amore più famose lanciate da Modugno come “Vecchio frac”, “Tu si ‘na cosa grande”, “Resta cumme” e così via sino all’ormai inno nazionale “Nel blu dipinto di blu”, cantato e danzato a mo’ di Tip Tap alla maniera di Fred Astaire. Uno spettacolo coinvolgente ed interattivo che propone un alternarsi sottile di momenti comici e di alcuni più melanconici, di aspetti gioiosi e di suggestive evocazioni poetiche. Cannavacciuolo passa con estrema disinvoltura dalle canzoni popolari agli intensi brani d’amore a quelli malinconici e amari, proseguendo con i monologhi teatrali e il suggestivo ed intenso dialogo fra madre e figlio… uno spettacolo che il pubblico apprezza. Ma anche la critica. La Repubblica, con Rodolfo Di Gianmarco, scrive “ … una bella idea, una serata piacevole, elegante, affidata totalmente alla bravura di Gennaro Cannavacciuolo [… ] lo spettacolo offre brillanti spunti teatrali… canzoni per niente banali, musica e parole in perfetta armonia, testi vibranti in dialetto e in lingua, che talvolta diventano pura poesia… intensi frammenti drammatici di una teatralità straripante.