Avezznao. Al Teatro dei Marsi arriva domani sera in replica lo spettacolo “Farmageddon”, finanziato da Emergency. Lo spettacolo è nato dalla collaborazione tra Patrizia Pasqui, autrice del testo e regista, Mario Spallino, l’attore che lo interpreta, e Roberto Satolli, che ha suggerito alcune idee interpretative sulla medicina d’oggi (e del futuro) fornendo una supervisione scientifica. Il titolo “Farmageddon” è la deformazione di Armageddon cioè l’Apocalisse, la catastrofe, la prospettiva di un mondo a rovescio, dove una medicina invadente e omissiva rischia di produrre più danni che benefici; e dove la carenza di cure nelle popolazioni povere e il loro abuso in quelle ricche sono due facce della stessa medaglia, come la malnutrizione e l’obesità. Ma la salute non è un diritto? Si può conciliare questo diritto con l’economia? L’industria della salute è la terza industria del nostro Paese con oltre 100 miliardi di euro di fatturato e ha permesso agli italiani di vedere la nostra aspettativa di vita raddoppiata nell’ultimo secolo, ma in questi ultimi anni ha tramutato gli ospedali in aziende, dove la salute dei malati è subordinata all’equilibrio contabile, alle esigenze del management aziendale. Perché uno spettacolo come “Farmageddon” è prodotto da Emergency? Perché curare tutti o, meglio, chiunque ne abbia bisogno, è il contenuto del lavoro di Emergency. Il ricavato dello spettacolo “Farmageddon” finanzierà la campagna “Programma Italia” di Emergency. Lo spettacolo si svolge come un talk show (“Salute a tutti!”), con un bravo presentatore ignorante che deve annunciare una nuova malattia, il test per chi ne è colpito senza saperlo, e un nuovo portentoso aggeggio per controlli quotidiani. L’ultimo uomo sano è il vero ospite d’onore dello show. La trasmissione, però, è continuamente interrotta non solo dalla pubblicità, ma da misteriose interferenze: oltre a un fastidioso grillo parlante, c’è una galleria di personaggi, dal turbochirugo al toscanaccio morto per infezione nosocomiale, da Rudolf Wirchow a un contadino straziato dalle mine, dal medico che cura i clandestini al politico della sanità. Il messaggio conclusivo è per una sanità pubblica di qualità, equa e sostenibile.