Avezzano. Grande partecipazione ieri sera al Teatro dei Marsi per “Chiara di Dio”, il musical dedicato alla vita di Santa Chiara, fondatrice delle clarisse, una delle più importanti figure del cattolicesimo insieme a San Francesco; nell’anno dell’ottavo centenario della sua consacrazione; scritto e diretto, dopo un’attento studio delle fonti francescane, da Carlo Tedeschi. L’evento, organizzato dall’associazione Amici per il Sud del Mondo onlus di Avezzano, è stato a scopo benefico, infatti i proventi del ricavato della serata saranno destinati alla casa famiglia “Mère de l’Esperance” nel Congo, per l’acquisto di un autovettura di emergenza. Dalle parole di Mario Riccardi, vice presidente dell’associazione, comprendiamo il senso di questa serata: “dopo decenni di proclami e secoli di colonialismo il sud del mondo continua ad essere depredato delle sue ricchezze, dice Riccardi, attraverso destabilizzazioni, conflitti e costringendo milioni di donne e uomini ad abbandonare la propria terra, molto spesso per andare a vivere in condizioni drammatiche in centri d’accoglienza che assomigliano a lager per essere prima chiamati delinquenti e poi rimpatriati. Noi vogliamo affermare – continua Riccardi – che il sud del mondo può sottrarsi dal sottosviluppo al quale il nord del mondo sembra condannarlo irreversibilmente. La condizione per la realizzazione di tale percorso è che tutte le popolazioni siano lasciate libere di caminare per la propria strada, non intossicando il loro tragitto con il tentativo di riproduzione di modelli di crescita che anche nei paesi cosiddetti ricchi stanno mostrando la loro inefficacia”.
Fotoservizio di Antonio Conte
È Francesco Frezzini, presidente dell’associazione a manifestare tutta la sua soddisfazione per la splendida serata e a sottolineare l’importanza della partecipazione di tutti ad un evento dai nobili intenti come questo. Fin qui la beneficenza. Tornando al musical, la rappresentazione teatrale a dir poco straordinaria ha portato in scena amore, devozione ed umanità. Lo stile col quale il regista ha basato la performance e lo svolgimento della recita è originale, innovativo e stupisce sul flashback. Il musical è iniziato con una Santa Chiara in fin di vita per poi rappresentare le vicende più significative della sua esistenza durante la quale ottenne da Francesco una prima regola fondata sulla povertà. Lo spettacolo in tre anni di permanenza ad Assisi vanta un bilancio lusinghiero, quasi ottantamila spettatori, e, pur essendo in lingua italiana, ha raccolto vasti consensi anche da un pubblico internazionale con oltre 600 repliche. È lo stesso Tedeschi a parlarci di Santa Chiara: “si tratta di una figura bellissima – dice il regista – fuori dal tempo e senza età e della quale solo alla fine dello spettacolo se ne svela il mistero”. Usando le parole del nostro Papa Giovanni Paolo II, spiega che “è veramente difficile disgiungere i nomi e le figure di Francesco e Chiara”. Li definisce “fenomeni”, “leggende”; tra loro c’è qualcosa di così profondo che non può essere capito se non attraverso i criteri della spiritualità francescana, cristiana, evangelica. Li presenta come una realtà fatta di materia, perché “erano persone, erano corpi”. Di loro resta il modo con cui Francesco vedeva sua sorella, il modo in cui egli sposò Cristo. Vedeva se stesso a immagine di lei, sposa di Cristo, sposa mistica con cui andava formando la sua Santità”. Nella sua riedizione Carlo Tedeschi presenta il celebre musical sulla vita della santa di Assisi riallestito con effetti speciali inediti: abbiamo visto Chiara e Francesco nei luoghi dove hanno vissuto, ovvero la Cattedrale di San Rufino dove si sono incontrati, la Porziuncola, la cella di San Damiano dove Chiara è morta, i boschi di Santa Maria degli Angeli. La produzione ha attualizzato il misticismo ed al contempo la concretezza della prima donna della storia della Chiesa che abbia dettato la regola del proprio ordine. L’inizio con Chiara morente, con intorno le consorelle piangenti, subito ci fanno entrare in una dimensione mistica difficile da descrivere. Chiara sfinita, chiede “una cerasa”, una ciliegia. Lei abituata ai digiuni, chiede, con una umanità straordinaria, qualcosa per sé. Agnese manda di corsa una sorella nel chiostro, ma siamo in agosto e non è stagione di ciliegie, e nei pochi minuti che separano questa richiesta di Chiara dal ritorno della consorella – che arriverà miracolosamente con la ciliegia tra le dita – scorrono il primo ed il secondo tempo, con gli avvenimenti più toccanti della sua vita: l’incontro con Francesco, la fuga da casa, il taglio dei capelli per la sua consacrazione; episodi drammatici e della vita quotidiana, dallo spettacolare confronto con i Saraceni fino alla singolare figura di Suor Filippa. Flash back, uno stile di recitazione del tutto particolare, musiche e canzoni originali per una regia quasi cinematografica, hanno reso il musical altamente suggestivo e coinvolgente, come la scena finale dove addirittura viene rappresentata l’anima di Chiara. Gianluca Rubeo