Avezzano. Con una diminuzione di 1200 lavoratori rispetto al 2023 e con un numero di aziende che negli ultimi 30 anni è sceso da 102.373 a 44.516, l’agricoltura abruzzese sta attraversando grandi trasformazioni dovute al ricambio generazionale e al tentativo di ridurre l’impatto sull’ambiente; anche la Sau, superficie agricola utilizzata, è diminuita passando dal 2010 al 2020 da 454mila a 414mila ettari, ma le imprese che resistono tendono comunque ad essere più grandi e a gestire più terreno.
È questa la fotografia scattata dalla Fai-Cisl per l’incontro svolto ad Avezzano “Una rete per il lavoro agricolo di qualità: coltiviamo insieme il futuro”, organizzato dalla Federazione agroalimentare della Cisl con Cisl, Anolf, rappresentanti delle istituzioni, del terzo settore e di Cia, Coldiretti e Confagricoltura. L’iniziativa, moderata dalla giornalista Rai Daniela Senepa, si è aperta con i saluti del Vescovo Mons. Giovanni Massaro e del Vicesindaco Domenico Di Berardino e ricordando i recenti rinnovi dei 4 contratti provinciali e del contratto regionale del Molise degli operai agricoli: “Una negoziazione difficile – ha detto il Segretario Generale della Fai-Cisl Abruzzo Molise, Franco Pescara – ma che si è conclusa con un esito positivo, portando significativi aumenti economici e maggiori tutele oltre a quelle già previste dal Ccnl, un passo concreto che dimostra anche come la buona contrattazione possa superare il salario minimo proposto dall’interventismo forzato di certa politica”.
Per l’Ispettorato provinciale del Lavoro, il direttore Maurizio Santella ha ricordato che nel 2022 sono state riscontrate irregolarità nel 47% delle verifiche effettuate, nel 2023 il 51,28% e nel 2024 il 75%, con casi che vanno dal lavoro sommerso a infedeli registrazioni delle giornate di lavoro, installazioni non autorizzate di telecamere nei luoghi di lavoro, fino a casi di caporalato, rientranti nei reati contemplati dalla Legge 199 del 2016: “Bisogna agire insieme, è fondamentale il contributo di tutte le parti coinvolte – ha esortato Santella – per debellare il fenomeno dello sfruttamento, anche nell’interesse delle aziende che operano nella legalità e subiscono concorrenza sleale”.
Tra gli altri temi emersi, l’importanza della formazione per i lavoratori, le buone pratiche dei corridoi da altri Paesi realizzati da alcune imprese abruzzesi, il ruolo degli enti bilaterali agricoli territoriali per un migliore incrocio tra domanda e offerta di lavoro.
Per l’Assessore regionale Emanuele Imprudente, il rischio è di perdere eccellenze regionali e tradizioni importanti, anche per questo la Regione ha finanziato mille nuove start up in meno di otto mesi per cercare di favorire l’imprenditoria giovanile e l’innovazione tecnologica, con una dotazione di 356 milioni di euro: “Bisogna capire che il settore non chiede assistenzialismo – ha detto l’Assessore – ma finanziamenti mirati per mettere insieme sostenibilità sociale, economica ed ambientale, e su questo è fondamentale che anche la PAC faccia la propria parte”.
L’iniziativa si è conclusa con l’intervento del Segretario Generale della Fai-Cisl nazionale Onofrio Rota, che ha sottolineato la crescita dell’agroalimentare italiano, con oltre 600 miliardi di fatturato e quasi 70 miliardi di export. “Ma il made in Italy è comunque sempre più trainato dalla manodopera straniera – ha detto il sindacalista – a maggior ragione è doveroso creare le condizioni per un’immigrazione regolare e connessa al mercato del lavoro, cosa che il Decreto flussi finora non è riuscito a garantire”. Sulla lotta al caporalato il leader della Fai-Cisl ha ricordato anche i 200 milioni di euro stanziati dal Pnrr per gli insediamenti abusivi con braccianti: “L’Abruzzo ad esempio risulta destinatario di 1 milione e 775 mila euro per Pescara, ma come in tutta Italia sono tutti fondi non ancora inutilizzati, vogliamo siano usati solo ed esclusivamente per superare i ghetti con lavoratori agricoli, non per altri usi. Su questo e altri temi stiamo dialogando positivamente con i ministri Lollobrigida e Calderone e abbiamo ottenuto finora importanti misure che recepiscono proposte del sindacato, come quelle sull’incrocio dei dati, sulla tutela di chi denuncia lo sfruttamento e sul sostegno alle imprese che si iscrivono alla rete Inps del lavoro agricolo di qualità: ora dovremo monitorare gli effetti concreti che queste riforme avranno per la legalità e l’effettiva inclusione dei lavoratori immigrati”.