Avezzano. I danni sul territorio. Provincia dell’Aquila e Marsica: 60% settore cerealicolo, 60% per le patate, 50% per le carote, 40% per frumento e orzo, 80% per la vasta gamma degli ortaggi (insalata, radicchio, finocchi, sedano, spiaci, cavoli, pomodori). Chieti, Pescara e Teramo: nelle tre province si stima una perdita del potenziale produttivo compresa tra il 30 e il 70%, ma in diversi casi anche il 100% per quanto riguarda il settore vitivinicolo.
“La situazione è gravissima in agricoltura, la regione istituisca un fondo e apra un tavolo permanente per sostenere le realtà danneggiate. Serve un’azione efficace subito, perché il comparto vitivinicolo e gli altri raccolti sono segnati e aspettano da maggio un aiuto concreto.
La regione deve e può predisporre gli stanziamenti necessari a dare una prima boccata d’aria: con la nostra proposta di modifica della legge regionale individuiamo un apposito fondo, con una dotazione di 19.537.531, 73 per il triennio 23725, per il riconoscimento di contributi a fondo perduto a titolo di ristoro dei danni subiti. Bisogna fare presto, perché il potenziale di tutta la filiera, dalle imprese ai lavoratori e al prodotto finito, è già inevitabilmente compromesso”, forte il monito del gruppo del Pd in consiglio regionale lanciato durante la conferenza stampa di presentazione di un emendamento nato a fronte delle imponenti difficoltà del comparto agricolo a causa del maltempo della scorsa primavera.
La regione ha richiesto lo stato di calamità, ma non è pensabile attendere la definizione dell’iter, potendo attivare misure subito per dare ristori ai danni a campi, vigneti e coltivazioni di ortaggi, tanto ingenti da mettere persino in forse la stagione vitivinicola e olearia a causa dell’impossibilità dei trattamenti antiparassitari. A questi si aggiungono poi quelli subiti dalle aziende zootecniche che hanno visto perdite ingenti dei foraggi e quindi del trasferimento delle mandrie e greggi sui pascoli. Il servizio competente del dipartimento agricoltura della regione Abruzzo i dati pluviometrici giornalieri delle 47 stazioni del centro agrometeorologico regionale ha ben evidenziato l’entità eccezionale delle precipitazioni nel periodo aprile-maggio 2023, che hanno interessato e danneggiato tutte e quattro le province.
I settori maggiormente colpiti sono: quello della produzione vitivinicola in primis, seguono le colture orticole, la frutta, i cereali, il comparto florovivaistico e i foraggi. Le piogge hanno determinato un allagamento dei campi con conseguente asfissia radicale e marcescenza delle colture in fase di accrescimento o in fase avanzata di maturazione. L’impossibilità di effettuare i trattamenti antiparassitari ha inciso negativamente anche sui vigneti e sui frutteti favorendo lo sviluppo dei patogeni in particolare della peronospora e della botrytis cinerea. In particolare sulla vite, dal sistema di monitoraggio regionale risultano almeno 18 infezioni tra primarie e secondarie che hanno danneggiato sia l’appartato fogliare che i grappoli, compromettendo lo sviluppo di questi ultimi in maniera irreversibile e, di conseguenza la produzione collegata.
Servono tutele per tutta la filiera, reclamano da mesi le associazioni di categoria del comparto: uno schermo che parta dai campi e comprenda anche i lavoratori, che hanno subito una riduzione delle giornate lavorative, con conseguenze anche economiche pesanti. Forte è stato l’appello che le organizzazioni agricole hanno rivolto al governo regionale con puntali richieste di intervento fra cui: l’attivazione di una linea di credito straordinario, rivolta esclusivamente alle aziende danneggiate dagli eventi calamitosi; l’attivazione del prestito di conduzione; la sospensione dei mutui e la riduzione dei tassi di interesse; un’accelerazione sulla richiesta di deroga all’articolo 5, comma 4 del decreto legislativo n°102/2004; misure compensative; la sospensione dei canoni dei consorzi di bonifica; l’anticipo della Pac e le proroghe sulle misure Psr, oltre che l’istituzione di un tavolo permanente di crisi per dare risposte a tutte le richieste di sostegno.
L’idea che sosteniamo è quella di intervenire a sostegno del comparto con una serie di misure applicabili sin da subito, una volta sottoscritta la volontà della regione, perché ad oggi esiste solo la deroga al DLgs. 102/2004 (e non si sa se verrà accolta), testo che definisce gli interventi a favore della ripresa dell’attività produttiva a seguito di calamità naturali o avversità atmosferiche. Dalla regione niente. Zero assoluto. Eppure qualcosa si può fare subito, ecco cosa: costituire un apposito fondo nello stato di previsione del bilancio di previsione finanziario 2023-2025 della regione Abruzzo, per il riconoscimento di contributi a titolo di ristoro dei danni subiti, da destinare alle misure oggetto di confronto tra le organizzazioni di categoria agricole e la giunta regionale. La dotazione iniziale possibile è la seguente: per l’anno 2023 di euro 10.729.380,39, per l’anno 2024 di euro 4.404.075,67, per l’anno 2025 di euro 4.404.075,67, 2.
Acquisire le richieste di erogazione di contributi con provvedimento della giunta regionale, da adottare entro 30 giorni dall’approvazione dalla legge, previa acquisizione del parere favorevole della commissione consiliare competente del consiglio regionale d’Abruzzo. Adottare la variazione di bilancio 2023-2025 ai fini di dare copertura della misura per complessivi 19.537.531,73 di euro, secondo le modalità indicate dall’emendamento.