Avezzano. Resta senza colpevole l’aggressione nei confronti di un gruppo di ragazzini stranieri, uno dei quali con lesioni permanenti provocate da sprangate ricevute alla testa. Nel corso del processo davanti al collegio del tribunale di Avezzano, infatti, l’unico imputato, Claudio Favoriti, 60 anni, di Avezzano, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Per lui il pubblico ministero, Lara Seccacini, aveva chiesto 10 anni di reclusione. Si chiude così una annosa vicenda accusato l’avezzanese di tentato omicidio colposo con l’aggravante dei futili motivi.
I fatti risalgono alla metà di febbraio del 2012 quando il 59enne finì sotto inchiesta come unico indagato anche se la violenta aggressione avrebbe coinvolto più persone. L’uomo era accusato di aver massacrato a colpi di spranga un marocchino minorenne, riducendolo in fin di vita e causandogli delle invalidità cerebrali permanenti. Secondo l’accusa, nell’incidente probatorio i testimoni, marocchini, avevano raccontato di un’auto arrivata a tutta velocità dalla quale erano scese tre persone, forse quattro, e tra questi appunto anche l’imputato che cominciarono a picchiare il gruppo di ragazzi marocchini tra cui M.M., che oggi ha 22 anni, difeso dall’avvocato Franco Colucci. Tutto sarebbe cominciato, sempre secondo quanto sostenuto dalle indagini dei carabinieri, dopo una lite con gli stranieri. Sembra che il gruppo di nordafricani avesse fatto irruzione nel bar rubando del denaro e aggredendo un anziano, padre del 59enne accusato.
La tesi accusatoria ha portato a un’assoluzione. L’avezzanese, assistito dagli avvocati Antonio Milo e Gianluca Presutti, si è presentato davanti al collegio presieduto dal giudice Stefano Venturini, tornato ad Avezzano per alcuni casi di ieri, che ha emesso la sentenza di assoluzione. . “Abbiamo sempre creduto nell’innocenza di favoriti”, ha dichiarato l’avvocato Milo, “e anche all’udienza preliminare ci siamo battuti come leoni perché venisse prosciolto stante l’evidente inutilità del dibattimento. Ritengo che i Gup debbano essere un po’ più coraggiosi di fronte a casi di innocenza così evidenti”. “I testimoni si sono contraddetti”, ha affermato Presutti, “in una occasione hanno visto Favoriti, in un’latra hanno affermato di non averlo visto”. Abbiamo ricostruito in modo scrupoloso la tempistica e l’imputato non avrebbe mai avuto il tempo per compiere la spedizione”.