Avezzano. Accuse a Gianni Chiodi e ai consiglieri regionali del centrodestra per i tagli alla Sanità. Arrivano dai sindaci di centrosinistra che ieri si sono incontrati al Comune di Avezzano in un’assemblea promossa dagli esponenti del Pd, Giuseppe Di Pagrazio e Giovanni D’Amico. Secondo i due rappresentatni regionali, «Chiodi non può decretare sulla Sanità anche tutto ciò che spetta al potere decisionale della Regione». Una posizione assunta alla luce della sentenza del Tar che ha salvato di fatto l’ospedale di Guardiagrele dai tagli disposti dal commissario Gianni Chiodi. Il tribunale amministrativo ha avallato le ripetute richieste dei mesi scorsi presentate dal vicepresidente del consiglio regionale, Giovanni D’Amico, che in numerose occasioni aveva chiesto invano che i provvedimenti commissariali passassero in consiglio regionale. Secondo il consigliere comunale Vincenzo Paciotti, «non si tratta di primari in più o campanilismo, ma di un modello che va contro la capillarizzazione e il decentramento, parola d’ordine della Sanità moderna. Quello messo in atto è un sistema antieconomico perché l’ospedale di riferimento viene collocato per decreto all’Aquila in posizione eccentrica senza valutare popolazione e territorio. Molti professionisti stanno già pensando al trasferimento», ha aggiunto, e così nella Marsica resterebbero solo medici e cure di serie B. I sindaci hanno criticato anche il loro collega di Avezzano, Antonio Floris, e nel consiglio straordinario aperto di venerdì saranno presentate delle proposte definite «drastiche» per salvare la Marsica da pericolosi tagli alla Sanità. Per D’Amico, «la qualità del servizio si deteriorerà a tal punto che non sarà più possibile curare ad Avezzano patologie acute. Per Di Pangrazio, «la Sanità è commissariata e abbiamo sempre insistito sul fatto che gli atti passassero agli organi regionali, ma così invece non siamo mai stati messi nelle condizioni di intervenire su tutte le delibere. Va ridisegnata la competenza nel territorio regionale, anche alla luce delle nuove leggi sul federalismo, per andare al passo coi tempi da un punto di vista economico e sociale».