Avezzano. Il mondo della cultura e del teatro italiano in lutto per la morte di Gigi Proietti. L’attore teatrale romano e di molte fiction italiane, tra cui il maresciallo Rocca, è morto all’alba in una clinica romana dove era ricoverato da giorni per accertamenti, come raccontato da AbruzzoLive. Tanti i messaggi sui social per ricordare Proietti, tra chi l’ha conosciuto, chi ha avuto l’onore di lavorare con lui e chi semplicemente lo amava nella sua forma più totale di arte. Lino Guanciale lo ha voluto ricordare sui social: lui che aveva creduto nel giovane attore marsicano e che gli ha trasmesso i più preziosi insegnamenti.
“Ciao, Gigi”, scrive Guanciale, “non posso credere di trovarmi qui a scrivere questo saluto, sono intontito dalla notizia e molto triste. Diciassette anni fa hai creduto in me, sei stato il primo a farlo dopo il mio diploma. Non potrò mai dimenticare la leggerezza e la tenerezza con cui hai iniziato a trasmettermi “il mestiere”. Mi capita ancora oggi, sul palcoscenico, di capire delle cose che mi avevi detto o mostrato all’epoca di questa foto. Ti devo tanto… tutti ti siamo debitori, in qualche modo. È stato un onore e un privilegio aver iniziato la mia carriera con te. Grazie, Cavaliere Nero”.
Mattatore a teatro, showman assoluto, maestro per i più giovani, direttore e organizzatore, Gigi Proietti aveva pubblicato un’autobiografia dal titolo ‘Tutto sommato – Qualcosa mi ricordo’. E se lui ricordava
qualcosa l’Italia ricorda moltissimo dell’eterno Mandrake di Febbre da cavallo (o se preferite, Il maresciallo Rocca della tv e il Gastone teatrale) che dall’Accademia al teatro d’avanguardia, dal teatro Tenda al varietà e alla tv ha attraversato oltre mezzo secolo di spettacolo italiano.
E’ arrivato ad ottant’anni con una storia ricca, di vero attore, di maestro di tecnica, di personaggio di grande ironia e carisma, amatissimo dal pubblico più evoluto come dalla grande platea degli spettatori televisivi. Un personaggio pubblico, quindi, ma che ha sempre difeso la sua vita privata fino all’ultimo, nei momenti positivi
e in quelli negativi come il ricovero in terapia intensiva della notte prima dei suoi ottanta, in piena era covid, ma per un attacco di cuore che non era il primo.