Avezzano. Rivoluzione nelle scuole superiori di Avezzano, spariscono i nomi di alcuni licei, nuovi Istituti nasceranno dagli accorpamenti. A proposito della recente delibera regionale sul dimensionamento scolastico registriamo l’intervento dell’avvocato Salvatore Braghini, responsabile della sezione Gilda Insegnanti di Avezzano.
“Premetto che la Gilda Abruzzo ha espresso una posizione critica nei confronti di questo dimensionamento”, ha dichiarato Braghini, “come risulta nella stessa Delibera di Giunta regionale che rivisita il “Piano Regionale della Rete Scolastica” appena approvato, in cui è riportato, da parte della Gilda, il ‘parere negativo all’intero Piano proposto dalla Regione Abruzzo’. Quale responsabile della Sezione di Avezzano mi preme intervenire, però, in modo particolare, su un passaggio palesemente infelice della Regione. Non può passare inosservato, infatti, come la delibera in parola sopprima il Liceo Statale ‘Benedetto Croce’ di Avezzano al fine di aggregarlo (i termini utilizzati sono proprio “soppressione” e “aggregazione”) all’Istituto d’Istruzione Superiore ‘Torlonia’, istituendo il nuovo I.I.S. ‘Torlonia-Croce’ di Avezzano, con la conseguente aggregazione del Liceo Artistico ‘Bellisario’ con l’I.I.S. ‘Galilei’ di Avezzano, istituendo il nuovo I.I.S. ‘Galilei- Bellisario’.
Ebbene, non si comprende come possa essere deliberata la soppressione di un’istituzione scolastica, il Liceo statale “Croce” appunto, che conta 900 alunni ed è in costante crescita, e aggregarla ad un’altra di 585 alunni, sommando i 332 del Liceo classico e i 253 del Liceo artistico. Con tutta evidenza, sarebbe stato più ragionevole “sopprimere” il “Torlonia-Bellisario” e aggregare il primo al “Croce” e il secondo (come in effetti avvenuto) al “Galilei”. Tanto più che è proprio il “Torlonia-Bellisario” a non avere un dirigente scolastico “titolare” ma un reggente, e questa scelta della Regione, quindi, finisce per contrastare con lo scopo stesso del dimensionamento, che, ai sensi del decreto interministeriale n. 127 del 30.06.2023 (attuativo della legge di bilancio 197/2022), è proprio quello di accorpare istituzioni scolastiche sottodimensionate (rispetto al nuovo parametro 900-1.000 alunni) per eliminare il fenomeno delle reggenze. Una formulazione infelice, dunque, che la Regione ora dovrebbe tempestivamente correggere. La delusione per la scelta del governo regionale di incidere sulle Scuole superiori di Avezzano (e di Sulmona) è poi amplificata dalla possibilità offerta dal Governo che, in attuazione del c.d. decreto Milleproroghe, ha consentito alle regioni di avvalersi di un temporaneo meccanismo di flessibilità sugli accorpamenti incrementando, anche se per il solo anno scolastico 2024-25, fino a un massimo di 2,5% rispetto al contingente di Dirigenti scolastici e dei Direttori dei servizi generali ed amministrativi. Tale disposizione ha modificato il contingente a disposizione della Regione Abruzzo, passando da 179 a 183 dirigenti, con la conseguente necessità di sopprimere non più 11 autonomie scolastiche bensì 7.
Forse, i comprensori della Marsica e di Sulmona, colpiti dalla scure del dimensionamento, dovevano essere maggiormente salvaguardati da una politica regionale che sbandiera, purtroppo soltanto a ridosso delle elezioni, l’attenzione alle aree interne, e che è ben consapevole delle spoliazioni subite nell’ultimo decennio dai due territori nel settore economico, sanitario e amministrativo, nonché della delicata vertenza che vede la soppressione dei due Tribunali sub-provinciali, ad oggi solo rimandata al gennaio 2016. A proposito desta non poche perplessità anche l’atteggiamento elusivo dell’Ente provincia dell’Aquila, che non ha consegnato alla Regione alcuna contro-proposta. Peraltro, le risorse per finanziare l’operazione di deroga per l’a.s. 2024-2025, con possibilità di esonero o semiesonero per il “docente vicario”, andranno a gravare sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa, ormai diventato un tesoretto per tutti gli interventi estemporanei di politica scolastica. Non può non ribadirsi, infine, la necessità di un radicale ripensamento della logica del dimensionamento, che va a incidere indebitamente su identità storiche e su comunità scolastiche di territori faticosamente impegnati nel conseguire stabilità ed equilibrio. Ed invece, le autonomie scolastiche rischiano vieppiù di diventare (con queste soppressioni e conseguenti accorpamenti) scuole “alveari”, che inglobano indirizzi eterogenei, dislocati in svariati plessi, anche molto distanti fra loro, degradando da autonomie “scolastiche”, originariamente pensate a servizio della didattica, ad apparati meramente amministrativi. E questo non giova al ruolo della scuola, che in alcuni territori, giova riaffermarlo con forza, è ancora l’unica agenzia formativa credibile e l’unico riferimento per le famiglie!”.