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Acque minerali: la Regione definisce le nuove linee guida per la concessione

Redazione Attualità di Redazione Attualità
5 Maggio 2016
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Canistro. La Regione Abruzzo, su proposta del Sottosegretario all’Ambiente Mario Mazzocca, nella seduta di Giunta di ieri ha definito i criteri per l’assegnazione delle concessioni per lo sfruttamento di giacimenti di acque minerali e termali. In ossequio al mandato amministrativo, con il medesimo atto l’Esecutivo Regionale ha, inoltre, individuato come prioritario il ricorso a forme di collaborazione fra aziende del settore e altri soggetti pubblici e privati per l’erogazione di servizi in abbinamento ad iniziative di carattere turistico-sociale incaricando la struttura regionale di predisporre un atto di indirizzo in grado di disciplinare univocamente la materia mediante la predisposizione di uno schema di accordo di programma quadro.

Nel particolare, le procedure di affidamento ad evidenza pubblica dovranno contenere esplicita previsione affinché la definitiva assegnazione potrà essere disposta solo dopo valutazione positiva della procedura di VA/VIA da parte del Comitato Regionale di Valutazione Ambientale. Conseguentemente l’Ente Regionale, delegato proprio alla gestione e all’amministrazione delle risorse idriche del territorio, potrà procedere nel più breve tempo possibile all’indizione di nuove procedure conformandosi a tutte le Stabilimento dell'acqua Santa Croce a Canistroprescrizioni, sia di natura istruttoria che procedimentale, indicate dai vari pronunciamenti giurisprudenziali (non da ultimo quello del Tar Abruzzo nella sentenza n.12/2016); ovvero, qualora ne ricorrano le condizioni e sempre al fine di valorizzare la risorsa idromineraria e l’attività di ricerca e coltivazione delle acque, la Regione potrà parimenti procedere all’adozione di uno specifico atto-tipo in grado di evitare la creazione di situazioni di stallo consentendo all’amministrazione di ‘concertare’ con i vari portatori di interesse le forme attuative e garantendo al contempo uniformità di trattamento delle diverse situazioni sulla base di regole predeterminate e nel rispetto del principio di assoluta trasparenza del processo decisionale amministrativo.

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La competente struttura regionale, affinchè possa essere in grado di predisporre un atto di indirizzo che disciplini il ricorso alle forme di cooperazione previste dall’art.4 comma 2 della L.R.15/2002 e s.m.i. approntando, fra l’altro, sia uno specifico schema di accordo quadro e sia eventuali proposte di integrazioni legislative, ha opportunamente disposto il differimento temporale dei termini di vigenza delle concessioni prossime a scadenza fino al completamento delle procedure di assegnazione e comunque per un periodo non superiore ad un anno.

«Oggi più che mai – interviene il Sottosegretario Mazzocca – ci sono tutte le condizioni per consolidare e implementare il processo di sviluppo della risorsa idromineraria regionale. Lo strumento per trasformare la criticità in opportunità di sviluppo è quello di legge, laddove la stessa prevede che “la Regione e gli Enti pubblici e privati possono sottoscrivere accordi di programma, intese istituzionali o porre in essere altre forme di cooperazione per la promozione, valorizzazione e realizzazione di un sistema integrato delle attività”. è un’esigenza avanzata da diversi territori della Regione: la sottoscrizione di intese contrattuali fra Regione, Comuni e (eventualmente) privati non potrà non determinare l’atteso consolidamento delle attività nel tempo: fornendo una reale prospettiva di stabilità al personale impiegato (massimamente precario), aprirebbe le porte a nuovi posti di lavoro e consentirebbe la messa a disposizione del quantitativo occorrente della risorsa naturale ‘acqua’ anche all’impresa turistica. Né più né meno di quanto accade già nella stragrande maggioranza delle località termali italiane. E diverse sentenze del TAR vanno proprio in tale direzione, demandando il ‘compito’ di ricercare idonee soluzioni alla competente autorità regionale».

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