Canistro. “Alcune settimane fa la stampa ha dato ampio risalto alle dichiarazioni del Presidente Marsilio, che manifestava pubblicamente la sua soddisfazione perché il Tribunale Civile di Pescara ha rigettato le richieste di risarcimento della Santa Croce contro i dirigenti della Regione Abruzzo in merito alle vicende della concessione Fiuggino, evidenziando che dalla ricostruzione effettuata di tutti gli atti fino al provvedimento di diffida ad avviare l’imbottigliamento nella nuova rete di adduzione, senza nuova autorizzazione, non emerge alcun profilo di illegittimità”.
Inizia così una nota inviata alla stampa dall’ex sindaco di Canistro Angelo Di Paolo, ex assessore regionale.
“Non dice però Marsilio, che l’operato di quei dirigenti, Flacco, Cantone e Longhi, è stato sempre difeso dal sindaco del comune di Canistro Angelo Di Paolo e che non era lui il presidente della Regione all’epoca delle denunce, delle diffide e della cause risarcitorie. Non dice neppure, Marsilio, che da quando lui è presidente della Regione sia l’operato della Commissione della gara per la Sponga sia dell’attuale dirigente del Servizio regionale per le Risorse del Territorio è stato severamente bocciato prima dal Tar dell’Aquila, che ha annullato l’aggiudicazione alla Santa Croce poiché non in possesso del requisito di regolarità fiscale e poi dal Consiglio di Stato, che ha confermato in toto le responsabilità omissive dell’Ente. Neppure svela il presidente perché la Regione ancora non abbia dichiarato decaduta la Santa Croce dalla concessione di cui è ancora titolare, fonte Fiuggino, nonostante la chiara previsione della legge regionale sulle acque minerali, che all’art. 50 comma 1 m-ter) prevede proprio la decadenza dalla concessione già attribuita “in caso di violazioni gravi e definitivamente accertate rispetto agli obblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse”.
Se, dunque, la responsabilità amministrativa è tutta della Commissione di gara, del Rup e del dirigente del servizio, quella politica è tutta sua, in quanto ciascuno di questi è stato nominato con il suo benestare. Le ricordo presidente che quando venne a Canistro quale candidato si assunse dei precisi impegni nei riguardi della vertenza delle concessioni e che oggi è a tutti chiaro come li abbia puntualmente disattesi trincerandosi dietro un silenzio claustrale. Eppure ci si aspetterebbe da un esimio presidente, il quale per governare l’Abruzzo giunge persino dalla Capitale, che sappia almeno tracciare un piano di rilancio del territorio attraverso le sue risorse minerarie. E invece dobbiamo ammettere non ha la benché minima idea di cosa fare per realizzare ciò.
Vorrei che spiegasse ai cittadini di Canistro, me compreso, perché la Regione non si determini a dichiarare l’inammissibilità alla gara della Santa Croce (cosa ben diversa dall’aggiudicazione), e di conseguenza, perché la Regione ancora non predisponga gli atti per conferire la concessione all’unico operatore economico rimasto in gara, ossia la San Benedetto Acque minerali spa, peraltro società finanziariamente solida e in regola con il fisco.
Caro presidente, lei sa che il silenzio appartiene agli ignavi e come il sommo poeta sia così severo con questi ultimi! Ebbene che sia la giustizia penale o quella divina a dover fare chiarezza ci consola ben poco, noi speriamo ancora che l’azione politica consegui il bene pubblico, e che un giorno torni a Canistro per recuperare quegli appunti presi proprio qui in campagna elettorale, durante il mio intervento sul futuro della concessione della Sponga epperò, sfortunatamente, lasciati sul tavolo. Mi auguro per mera distrazione, ma non si preoccupi, qui in paese confidiamo tutti che torni a riprenderli!”.
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