Avezzano. Accusato dalla Finanza di aver percepito ingiustamente la pensione di invalidità per dieci anni, a distanza di cinque anni dall’apertura delle indagini, il giudice del tribunale di Avezzano ha disposto l’archiviazione del suo fascocolo.
Finisce un incubo per Arnaldo Aratari, 64 anni, noto imprenditore marsicano nel settore sanitario. Il gip, Camilla Cognetti, dopo aver letto gli atti del procedimento, ha disposto e ordinato la restituzione degli atti al pubblico ministero. Anche l’accusa aveva chiesto l’archiviazione.
Nel corso del procedimento, anche il Riesame aveva revocato il sequestro preventivo “considerata l’evidente inidoneità degli elementi acquisiti nel corso delle indagini preliminari a sostenere l’accusa”.
La vicenda, che ebbe molto scalpore nella Marsica, dove l’imprenditore di Gioia dei Marsi è molto conosciuto, risale al 2017 quando fu accusato di percepire ingiustamente la pensione di invalidità da dieci anni a causa di una lunga serie di patologie. Le Fiamme Gialle lo avevano immortalato con indagini e pedinamenti mentre svolgeva attività di vario tipo, come trasportare un mobiletto.
Venne così eseguito un sequestro di beni immobili e quote societarie per un valore di oltre 200mila euro pari alla somma percepita fino ad allora. Secondo l’accusa, l’indagato aveva attestato false patologie tra cui una rinofaringite cronica, un’ernia al disco e la pressione alta.
L’indagato, difeso dall’avvocato Antonio Valentini, si è rivolto alla procura generale dell’Aquila e nel corso delle indagini del pubblico ministero Alessandro Mancini le patologie sono state effettivamente riscontrate e quindi è stata confermata la non idoneità a svolgere l’attività lavorativa di insegnante di Scienze motorie. In sostanza l’indagato soffriva realmente di quelle patologie. Per tale motivo, dopo cinque anni, è stato scagionato da ogni accusa. Soddisfazione è stata espressa anche dall’avvocato Valentini, del foro dell’Aquila.