Avezzano. La Corte d’Appello di L’Aquila presieduta da Armanda Servino investita del giudizio quale giudice di secondo grado ha riformato in peius la sentenza del Giudice del Tribunale di Avezzano Marco Scimia che ha visto responsabile del reato di lesioni personali aggravate dall’uso di arma, una donna avezzanese, S. N. R., 35 anni. Il giudice di prime cure aveva condannato la donna a 4 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno nei confronti delle parti civili S. I. e G. E..
I fatti risalgono al fine giugno 2009 quando S.N.R. a seguito di una discussione piuttosto animata da motivi di gelosia scaturiti da una presunta relazione tra la persona offesa e il marito della S.N.R, la stessa si portava presso l’abitazione della S.I. impugnando un coltello ed un ombrello con i quali colpiva le presenti ferendo gravemente la S.I., e successivamente abbandonata l’arma all’interno dell’abitazione si allontanava. A seguito della sentenza del Giudice del Tribunale di Avezzano il Sostituto Procuratore Generale della Corte di Appello di L’Aquila Dott. Ettore Picardi proponeva impugnazione avverso la sentenza di primo grado con la quale la S.N.R. era stata condannata a 4 mesi di reclusione ritendendo che, in considerazione della gravità dei fatti, essendo il reato stato commesso con l’uso di un’arma da taglio e stante la predeterminazione del fatto in quanto la donna si era munita del coltello portandoselo dietro da casa riteneva che tale modalità era certamente di assoluta rilevanza e gravità. Ad avvalorare ancora i motivi di appello del Procuratore vi era anche il movente che non appare tale da bilanciare il giudizio non essendo di fatto dimostrato né il presunto legame sentimentale che ipotizzava la S.N.R tra lei e il marito e la S.I. né apparendo tale fatto un motivo minimamente condivisibile per risolvere questioni personali di alcun genere, e dunque per questi motivi a giudizio del Procuratore doveva essere punita la condotta della donna con un maggiore rigore sanzionatorio e quindi chiedendo alla Corte di Appello una rideterminazione della pena. La Corte di Appello dell’Aquila nella persona di Armanda Servino ha riformato la sentenza di primo grado disconoscendo i motivi di appello dell’avvocato. Raffaele Mezzoni ed accogliendo in toto l’appello proposto dal Procuratore Generale Ettore Picardi aumentando la pena da 4 mesi a 12 mesi di reclusione e dichiarando prescritto il reato del possesso ingiustificato del coltello così come contestato. Inoltre sono state confermate in toto le statuizioni civili rese dal Giudice di prime cure e liquidate ulteriormente le spese legali per il secondo procedimento, condannati S.N.R al risarcimento dei danni sofferti dalle parti civili difese dall’avvocato Roberto Verdecchia.