Lecce nei Marsi. La relazione finale sulla causa di morte dell’orso marsicano deceduto a Lecce nei Marsi lo scorso 19 aprile, durante le operazioni di cattura, conferma le anticipazioni che il Parco aveva fornito all’indomani della necroscopia. Il responsabile del Centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria dell’IZS di Lazio e Toscana, sezione di Grosseto, il dottor Rosario Fico, a seguito della necroscopia effettuata il 20 aprile e degli esami di laboratorio eseguiti, ha rimesso al Parco la propria relazione nella quale ritiene che Il decesso dell’orso sia attribuibile ad un laringospasmo, conseguente ad un episodio di rigurgito, verificatosi nella fase di induzione della narcosi; e che la complicanza letale sia stata favorita da una patologia pregressa. Conferma, inoltre, la correttezza e la regolarità delle procedure messe in atto dal personale del Parco e del veterinario in particolare.
“Con la relazione sull’accertamento della causa di morte“, dichiara il presidente Antonio Carrara, “si chiude un capitolo di una vicenda molto dolorosa per il Parco e per tutti coloro che hanno a cuore la conservazione dell’orso marsicano. Non ho mai dubitato della correttezza e della professionalità del personale coinvolto nella vicenda ma era necessario fare chiarezza per tutti attraverso la verifica di un soggetto terzo come l’IZS di Grosseto. Resta il rammarico per la perdita dell’orso, resta la necessità di un opera più intensa per ridurre le cause che possono indurre patologie nell’orso, ma non rimangono ombre sull’operato del Parco. L’orso marsicano ha bisogno della professionalità, della passione e della tranquillità di chi quotidianamente lavora per la sua conservazione”.
Attraverso l’esame necroscopico e gli approfondimenti istologici, è stato possibile riscontrare due processi patologici cronici a carico dell’esemplare di orso, processi che pertanto erano preesistenti rispetto al momento della cattura. Trattasi di dermatite granulomatosa cronica e gastrite cronica. Dalle lesioni cutanee croniche non è stato possibile isolare alcun agente patogeno di natura parassitaria, batterica, virale o protozoaria. Sono stati rilevati dei batteri di natura opportunista, che sono probabilmente da ritenersi di irruzione secondaria sulle lesioni e non responsabili delle lesioni stesse. Per quanto la dermatite cronica possa essere considerata come un fattore debilitante della salute complessiva dell’orso, non si ritiene, per le conoscenze attualmente disponibili, che essa possa essere implicata come evento favorente il decesso dell’esemplare. Al contrario, la gastrite cronica comporta l’erosione della mucosa protettiva di rivestimento dello stomaco. Questo processo espone pertanto l’orso al rischio di un più facile passaggio di agenti batterici o loro tossine.
Il decesso dell’orso è verosimilmente attribuibile ad un laringospasmo, conseguente ad un episodio di rigurgito, verificatosi nella fase di induzione della narcosi. Tale conclusione è comprovata dalla osservazione, all’esame necroscopico, di edema e congestione laringea (confermata all’esame istologico dalla presenza di un processo infiammatorio iniziale con presenza di essudato catarrale), di materiale alimentare nel tratto craniale dell’esofago e di edema ed emorragie diffuse a carico del parenchima polmonare, visibili sia macroscopicamente che poi confermate a livello istologico. L’evenienza di un laringospasmo provocato da rigurgito come causa di decesso di orsi durante operazioni di cattura è un fatto raro ma già conosciuto e riportato in letteratura (si veda ad esempio Caulkett N., 2007, ‘Bear Anaesthesia’, in: Zoo animal and wildlife immobilization and anesthesia, Blackwell Publishing, pp 409-415). Appare verosimile che nell’insorgenza della complicanza letale abbia agito, come fattore favorente, la gastrite cronica sopra esposta. Date le risultanze dell’esame anatomopatologico e gli esiti delle ulteriori indagini di laboratorio eseguite, nonché l’analisi degli avvenimenti descritti nelle relazione prodotta dal dottor Leonardo Gentile, appena precedenti la morte del’animale e connessi all’operazione di cattura, si ritiene che il decesso provocato dal laringospasmo stimolato dal rigurgito sia stato un evento casuale che non avrebbe potuto essere né previsto, né evitato e né curato, una volta insorto. Questo evento rientra nei possibili ed imprevedibili
eventi infausti connessi alle operazioni di cattura mediante narcosi di orsi in libertà.