Luco dei Marsi. Sulla Luna, sotto il Mare della Tranquillità, c’è un tunnel. Il dato emerge dallo studio pubblicato su ‘Nature Astronomy’ dal team di ricerca internazionale guidato dall’Università di Trento, con Riccardo Pozzobon dell’Università di Padova che ha validato le rilevazioni del radar della Nasa Lunar Reconnaissance Orbiter in modo da ottenere un’interpretazione geologica convincente. La presenza della cavità era teorizzata e discussa da oltre 50 anni e ora ne è stata dimostrata l’esistenza con la pubblicazione dell’articolo dal titolo ‘Radar Evidence of an Accessible Cave Conduit below the Mare Tranquillitatis Pit’.
A fare questa interessante scoperta, un gruppo di lavoro internazionale composto da sei ricercatori, di cui ben cinque italiani: Leonardo Carrer e Lorenzo Bruzzone dell’Università di Trento, Riccardo Pozzobon dell’Università di Padova e di Esplorazioni Geografiche La Venta, Francesco Sauro di Esplorazioni Geografiche La Venta e Davide Castelletti di Capella Space Corporation. Fra questi, Leonardo Carrer ha origini marsicane, nello specifico di Luco dei Marsi.
Si tratterebbe di un condotto di lava svuotato che permetterebbe l’accesso in profondità al sottosuolo lunare tramite un collasso chiamato Mare Tranquillitatis Pit, situato nell’omonimo mare basaltico. L’osservazione diretta è stata resa possibile sfruttando un’innovativa metodologia di elaborazione delle immagini radar sviluppata dagli autori dello studio guidato dall’Università di Trento. Tale metodologia ha la capacità unica di vedere attraverso l’oscurità ed è stata applicata ai dati radar acquisiti dal sensore radar Mini-RF attualmente in orbita intorno alla Luna.
Pozzobon, ricercatore in geologia planetaria al Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova ed esperto in telerilevamento satellitare di superfici planetarie e analoghi terrestri, ha fornito il supporto delle conoscenze geologiche di tali strutture vulcaniche e, in particolare, ha validato i dati ottenuti dal radar MiniRF in modo da ottenere una interpretazione geologica convincente.
“Nella pratica, per avere la certezza di come fosse la geometria 3D del condotto sotterraneo visualizzata dal fascio radar obliquo di MiniRF, sono state effettuate delle simulazioni di osservazione radar utilizzando un modello 3D sintetico sulla base di conoscenze geologiche pregresse – dice Pozzobon -. È stato riprodotto il collasso verticale di Mare Tranquillitatis Pit anche sulla base di dati satellitari reali, la geometria della cavità sotterranea compreso il fondo, il soffitto, la loro rugosità e la distribuzione di massi all’interno. Nella simulazione tale modello è stato illuminato da un fascio radar calcolato con tecnica raytracing nel quale tutte le caratteristiche del modello 3D influenzano la risposta e intensità del segnale. L’interpretazione geologica si è quindi basata sui modelli 3D che nel simulatore fornivano un dato più vicino a quello realmente osservato da MiniRF e che erano i più geologicamente coerenti”.