Avezzano. Abusi sessuali su figlia e figliastra che venivano legate al divano e violentate e spesso segregate in casa per giornate intere. Sotto accusa un marsicano e la compagna che dovono rispondere di violenza ma anche del reato di maltrattamenti, ingiurie, percosse e lesioni. Le ragazze venivano prese a schiaffi e calci e torturate anche con strumenti trovati in casa come cucchiai in legno, bastoni delle scope e mattarelli. Venivano minacciate in modo da rendere la loro convivenza dolorosa intollerabile.
Il padre si ubriacava di frequente, le percorreva numerose volte, con calci e schiaffi. Picchiava sia la compagna davanti alle figlie minorenni, sia queste ultime e danneggiava gli arredi dell’abitazione, gettava a terra bottiglie di birra e altri suppellettili.
Sia il padre che la madre omettevano di contribuire adeguatamente alla cura e all’igiene delle minori, non provvedevano a farle mangiare né a sottoporre ai necessari accertamenti medici né tanto meno alle terapie da somministrare come l’ipoglicemia convulsioni allergie alimentari.
Venivano lasciate sole in casa per tutto il giorno anche di notte e chiusa a chiave nelle loro stanze costringendoli a pulire la casa. Dovevano portare la legna e in caso in cui non avessero provveduto in tal senso venivano picchiati. Venivano chiamate bestie.
Le ragazze, una delle quali quattordicenne, venivano costrette a subire rapporti sessuali approfittando dell’assenza della compagna. Venivano legate entrambe a un divano letto e abusate.
Nei confronti dei due genitori, difesi dagli avvocati Mario Flammini e Andrea Tinarelli, il pubblico ministero che indaga sulla brutta vicenda, Lara Seccacini, ha chiuso le indagini per la decisione del rinvio a giudizio.