Celano. Era accusato di aver abusato della donna delle pulizie mentre la moglie era in vacanza. Doveva rispondere di violenza sessuale per essersi spogliato davanti alla ragazza, una 27enne di Avezzano, e di averla palpeggiare su tutte le parti del corpo fino a infilare le mani sotto la maglietta, il reggiseno e gli slip. Tutto con violenza, causandole ferite a un braccio per una prognosi di quattro giorni. Ora il caso è stato archiviato dal tribunale di Avezzano. Nei guai era finito C.C., 36 anni, di Celano, difeso dagli avvocati Vittoriano Frigioni e Roberto Verdecchia. Secondo la ricostruzione dei fatti, la donna, assistita dall’avvocato Leonardo Casciere, era stata assunta dalla moglie dell’uomo che era andata al mare con i figli e per mantenere pulita l’abitazione aveva pensato di chiedere aiuto a una domestica.
Le indagini puntuali e certosine effettuate dalla Stazione dei Carabinieri di Celano, coordinata dal comandante Pietro Finanza dopo aver sentito svariati testimoni a conferma dei presunti atteggiamenti posti in essere dal giovane e dopo aver sentito lo stesso alla presenza dei suoi avvocati Vittoriano Frigioni e Roberto Verdecchia, non fugavano gli iniziali dubbi di quanto fosse successo all’interno delle mura domestiche di quella torrida giornata di luglio, di talchè fu necessario a richiesta del pm Cocco G. procedere ad incidente probatorio per escutere la vittima dei fatti contestati al giovane celanese nel febbraio 2016.
Da tale atto istruttorio che poteva far presumere una situazione a favore della presunta vittima stante la sua deposizione, ben undici circostanze sono risultate oggetto di severa censura da parte della difesa, e non da ultimo quelle relazionate nell’informativa finale del 20 settembre da parte dei Carabinieri della competente stazione, che nel recepire le discrepanze del racconto della giovane, evidenziavano di contro, come la stessa in altre situazioni “si era resa responsabile di false dichiarazioni in altri procedimenti per essersi prestata a dichiarare il falso in cambio di una ricompensa in denaro”, stante anche il fatto che “dal certificato dei carichi pendenti della stessa, è stata esercitata l’azione penale in ben cinque procedimenti penali per il reato di truffa”. In virtù di tali considerazioni che coinvolgono la personalità della persona offesa e dal fatto che non vi erano testimoni che potevano riferire sulla presunta aggressione, l’organo inquirente nella figura del sostituto Procuratore della Repubblica di Avezzano Guido Cocco, si è determinato a richiedere l’archiviazione del procedimento penale, atto nel quale si ama leggere che …“non potendosi escludere che la presunta vittima abbia incolpato falsamente l’indagato allo scopo di poter conseguire un ingiusto risarcimento dei danni in sede penale”, effettuava la richiesta di cui sopra la quale non è stata oggetto di opposizione da parte dell’interessata.
Sarà il Gip del Tribunale di Avezzano Maria Proia a dover mettere fine a tale incresciosa vicenda, non potendo escludersi ad archiviazione firmata una denuncia per calunnia a carico della iniziale persona offesa da parte dell’indagato.