L’Aquila. In tempo di conti e di scandali anche la Regione Abruzzo finisce sotto l’occhio del mirino. Quanto spendono Chiodi e i suoi per mandare avanti il carrozzone? Lo ha illustrato il Sole 24 Ore che in un’inchiesta scattata subito dopo l’avvento del Lazio Gate, che ha portato la governatrice Renata Polverini a lasciare la Pisana, ha sciorinato i conti di tutto lo Stivale. In base ai dati forniti dal quotidiano economico l’Abruzzo è nella top ten delle Regioni – precisamente all’ottavo posto – per il rapporto spesa pro capite, indennità e pensioni per i consiglieri e per gli stipendi del personale. La spesa dell’Emiciclo è di 669 euro per ogni cittadino residente, per un totale di 9 milioni di euro l’anno. Numeri importanti che se paragonati però ai conti di Lazio, Sicilia e Sardegna, che spendono dai 20 ai 24 milioni di euro, sembrano spiccioli. Ma vediamo da vicino la situazione. Il grande scaldalo che ha investito la Regione Lazio è stato incentrato soprattutto sulle spese e sui conti dei gruppi consiliari, che invece in Abruzzo sembrano spendere meno. La nostra Regione, infatti, si piazza al diciassettesimo posto per la spesa dei gruppi per un totale di 858mila e 065 euro, in media 34 euro a cittadino. Diversa invece la situazione per i vitalizi per i quali si arriva a 412 euro di spesa pro capite per un totale di 5milioni 531mila 314 euro. Da tempo ormai l’opinione pubblica giudica i politici come degli “untori”, dei parassiti che attaccano il bottino dello Stato e non si fermano finchè la cassaforte non si è svuotata. Sono loro, per molti, la causa dei deficit dell’Italia, eppure in pochi sanno che per muovere a macchina amministrativa non ci sono solo i politici ma anche decine di impiegati che gravano in modo considerevole sulle casse della Regione o del Governo. L’Abruzzo paga ogni anno 12milioni 740mila e 881 euro di stipendi al personale. Una cifra considerevole che fa schizzare la nostra Regione al sesto posto della classifica italiana con 949euro pro capite. La bilancia della Regione Abruzzo, quindi, va in controtendenza rispetto alle altre e pende più dalla parte delle spese per il personale che da quella per i gruppi consiliari. (e.b.)