E’ un po’ che ci penso e alla fine ho deciso di usare il blog per dare spazio questa mia riflessione. Di certo questo non vuol essere un apprezzamento politico, lungi da me, chi mi conosce bene sa quanto poco spazio ci sia nella mia vita per la politica, ma piuttosto un apprezzamento alla costanza di questi due giovani sindaci. Con Giovagnorio c’è un’amicizia particolare, in piedi già da qualche anno; senza annoiarvi troppo vi basti pensare che il capitolo a cui tengo di più del mio ultimo romanzo è stato possibile solo grazie a lui. Con Santilli, invece, condivido solo l’amicizia su Facebook e, almeno che io ricordi, non mi sembra che ci siamo mai conosciuti dal vivo. Ma è ad entrambi che vanno i miei complimenti, ed in particolar modo proprio per la loro attività sui social. Oggi la politica sembra essere imprescindibile da questi moderni mezzi di comunicazione eppure, una volta passato il periodo elettorale, più o meno tutti abbandonano la piazza virtuale. Giovagnorio e Santilli no, dal giorno della loro elezione sono ancora piacevolmente attivi sui social. Con cadenza quasi giornaliera augurano il buongiorno ad amici e concittadini, ma soprattutto postano ciò che la loro amministrazione giornalmente ha in cantiere: manifestazioni, linee programmatiche a breve e lungo termine, pubblicazione di articoli riguardanti il territorio, con tanto di opinioni e riflessioni più o meno profonde, e tante belle foto a corredo. E’ un atteggiamento che a me piace per tanti motivi, ma un paio in particolar modo. Il primo è che ci vuole tempo a fare tutto ciò. Solo chi ha l’incombenza di scrivere qualcosa ogni giorno, per lavoro o per diletto, sa quanto tempo ci vuole per far caso ad una notizia, rielaborarla, commentarla e quindi postarla nella maniera più consona su un social network. E’ un lavoro davvero faticoso, credetemi, soprattutto se fatto giornalmente. Avete mai fatto caso a quanti blog vengono aperti ma poi non vengono più aggiornati? Il lavoro di creazione di contenuti, quando è continuo e giornaliero, è sfiancante. Il secondo è che oggi esporsi sui social, soprattutto per un personaggio pubblico, può facilmente degenerare in una gogna mediatica. In un periodo in cui il gradimento dei politici è ai minimi storici, esporsi sui social (e ripeto, soprattutto ogni giorno) può diventare pesante. I cittadini possono essere più o meno d’accordo con l’operato del sindaco, ma non tutti poi sono in grado di comportarsi con educazione sui social. E’ qui, infatti, che si sfocia in fenomeni come quello degli “haters”, ovvero gente che, nascosta sotto i nickname più improbabili, avvelenano le discussioni con i loro commenti improntati a un odio violento e soprattutto immotivato. E attenzione, non si tratta solo di qualche post velenoso, ma di atteggiamenti costanti di disprezzo e provocazione, che inquinano letteralmente le discussioni on-line. Se il sindaco non risponde “è un cafone”, se risponde troppo “sta sempre sui social quindi non fa nulla”, se pubblica un selfie “è un narciso” e così via, commento idiota dopo commento idiota. A queste persone, che normalmente non avrebbero mai il coraggio di dirti nulla in faccia, basta trincerarsi dietro una tastiera (e spesso un nome falso) per diventare dei leoni. Ecco perché oggi mi sento di rinnovare la mia stima ai due sindaci più “social” della Marsica, augurandomi che anche gli altri, che in campagna elettorale non hanno fatto altro che intasare le bacheche dei vari gruppi Facebook con propaganda elettorale, imparino a fare lo stesso. Come diceva un mio amico molto anziano: bisogna mettersi a dieta da capodanno a Natale e non da Natale a capodanno @francescoproia