L’Aquila. Dopo tre anni di pandemia, quest’anno, per la prima volta, si tornerà a scuola senza mascherine – tranne per il personale scolastico e gli alunni a rischio – senza orari diversificati, senza misure di distanziamento e non è prevista la didattica a distanza (dad): se un alunno si ammalerà di Covid, insomma, rimarrà a casa come quando si prende una qualunque influenza e non potrà seguire le lezioni dalla sua camera tranne che le scuole, in autonomia, non decidano diversamente, e possono farlo.
Il ministero dell’Istruzione, tuttavia – nell’emanare in questi giorni una circolare agli Uffici scolastici nella quale sottolinea come le disposizioni emergenziali che sono state previste in questi anni di pandemia, al 31 agosto terminano la loro efficacia e quindi non ci sono i presupposti normativi per introdurre nuove misure di contrasto al Covid nelle scuole – prevede una serie di azioni da attuare nel caso in cui vi sia una recrudescenza della circolazione del virus e comunque si riserva nuove indicazioni operative nel caso in cui dovesse esservi una evoluzione della
situazione epidemiologica. Le misure di prevenzione previste per poter frequentare il proprio istituto scolastico
al momento sono quindi l’assenza di sintomi febbrili o di test Covid positivo, ricambi d’aria frequenti nelle aule,
sanificazioni ordinarie e straordinarie (nel caso di positività riscontrate durante la presenza a scuola).
Attenzione particolare è riservata alla qualità dell’aria in classe ma si prevede che l’utilizzo di strumenti di sanificazione siano introdotti solo nel caso in cui la qualità dell’aria non fosse buona. Il documento individua anche possibili, ulteriori misure di prevenzione, da attivare qualora si verificasse un cambiamento del quadro epidemiologico: dall’utilizzo delle mascherine, al consumo delle merende al banco, dal distanziamento tra i banchi di almeno 1 metro all’aumento della sanificazione periodica.
“I partiti hanno in questi giorni fatto tante proposte per la scuola, è logico sia così in campagna elettorale ma nessuna proposta incide veramente sul meccanismo scolastico”, osserva Antonello Giannelli, presidente di Anp nazionale. Piuttosto i dirigenti scolastici tornano a chiedere che le scuole non siano sede di seggio elettorale “ma è una questione a cui bisogna pensare per tempo, non sotto elezioni, ci sono tante caserme disponibili in cui si potrebbe andare a votare”, conclude Giannelli.
Dal 5 settembre si comincerà a tornare a scuola: i primi, come sempre, saranno gli studenti dell’Alto Adige. A seguire, il 12 settembre sarà la volta di Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Piemonte, Veneto e Lombardia. Il 13 settembre toccherà ai ragazzi campani; il 14 settembre a Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Umbria e Molise. Il 15 settembre seguiranno gli studenti di Lazio, Emilia Romagna e Toscana. Ultimi a rientrare in classe quelli di Sicilia e Valle d’Aosta il 19 settembre.