San Benedetto. Scoppia il caso tra l’amministrazione e la parrocchia per una fornitura d’acqua alla chiesa. Incredibile ma vero, sembra di essere tornati agli anni Cinquanta quando erano in voga i film ispirati ai personaggi creati da Giovannino Guareschi e che raccontavano le controversie tra il sindaco Peppone e il parroco don Camillo. Tutto è cominciato l’8 settembre quando senza nessun avvertimento e senza nessuna comunicazione in merito è stata staccata l’acqua che alimentava la casa canonica e tutti i locali parrocchiali situati in via San Cipriano. La cosa ha creato disagi anche perché i locali sono frequentati dai bambini del catechismo che non hanno potuto usufruire dei servizi igienici. Il parroco don Francesco Iulianella ha scritto al Comune e al Cam comunicando che il servizio idrico era venuto meno. Si è interessato al problema l’ex sindaco Paolo di Cesare che aveva preso contatti con i dirigenti del Cam per il ripristino del servizio idrico a favore della parrocchia. Come è andata la vicenda? Il 2 ottobre quando il Comune, guidato dal sindaco Quirino D’Orazio, ha comunicato che era stato costretto a effettuare il distacco in quanto la tubatura che riforniva di acqua i locali parrocchiali si era rotta provocando anche infiltrazioni ai locali della biblioteca comunale e di diverse aule della ex scuola media. Il sindaco ha chiesto alla parrocchia San Benedetto abate di fornire la documentazione atta a certificare il diritto al servizio idrico. Con una lettera del 7 ottobre, il Cam, preoccupandosi di risolvere positivamente gli inconvenienti venutisi a creare a causa del distacco della fornitura, si è messo subito a disposizione della parrocchia rendendosi disponibile alla fornitura e all’assemblaggio dei materiali idraulici occorrenti. Successivamente la parrocchia ha risposto al Cam, accettando l’intervento del consorzio per il ripristino dell’utenza e ha comunicato al Cam che avrebbe provveduto a effettuare lo scavo all’interno della sua proprietà a sue cure e spese, ciò nonostante l’interruzione della fornitura di acqua non fosse dipesa da responsabilità della parrocchia. Poiché i lavori del Cam tardavano a essere eseguiti, prima di Natale, su sollecitazione della parrocchia, l’ingegnere Leo Corsini del consorzio, ha provveduto a organizzare un allaccio provvisorio in modo da permettere durante il periodo natalizio l’espletamento delle attività di catechesi e del circolo degli anziani. Mentre i dipendenti del Cam stavano provvedendo con una tubazione provvisoria al ripristino del servizio, il comune non ha però permesso di eseguire l’allaccio. I disagi si sono protratti per tutte le vacanze di Natale e di fine anno. Nella prima decade di gennaio 2015, inoltre, la tubazione della rete idrica principale di via San Cipriano si è rotta in corrispondenza dell’ingresso del sito parrocchiale dove doveva essere fatto l’allaccio e l’assemblaggio dei materiali idraulici per il ripristino del servizi idrici a favore della parrocchia. Il 12 gennaio 2015 gli addetti del Cam si sono recati sul posto e dopo aver scavato e riparato la perdita hanno fatto il collegamento del tubo della rete principale fino al pozzetto posto all’interno del sito parrocchiale, istallando una saracinesca a loro cura e spese. Ciò è stato fatto in collaborazione di un incaricato della parrocchia. È avvenuto però che il 16 gennaio la polizia municipale ha contestato all’incaricato della parrocchia una sanzione pecuniaria che va da 583 a 848 euro. Ciò sarebbe avvenuto nonostante le intese e gli accordi avvenuti pre le vie brevi tra il parroco, il vice sindaco, e due tecnici comunali, i quali, avevano in occasione di un sopralluogo espresso il loro consenso a risolvere il problema creato dal comune alla parrocchia. La sanzione di cui si parla è stata comminata al collaboratore del parroco perché avrebbe eseguito sul marciapiede dove è stato collocato il tubo istallato dal Cam la rimozione e il successivo ripristino di tre mattonelle del marciapiede. Il parroco ha così presentato un ricorso contro il verbale perché da lui ritenuto ingiusto è illegittimo. “Mi sono interessato del problema in questione”, ha affermato l’ex sindaco Di Cesare, “qualche mese fa, allorché ebbi un incontro con i dirigenti del Cam, che si sono manifestati molto disponibili, per la soluzione di questo problema. Debbo dire che l’esito che ha avuto questa vicenda con la sanzione a carico di un collaboratore del parroco è paradossale e ridicola per alcuni versi. Il comune di San Benedetto dei Marsi che si può ritenere responsabile di un distacco di una regolare fornitura di acqua nei confronti di un utente, che ha sempre provveduto a pagare il sevizio, ha dimostrato di non avere equilibrio e buon senso, in quanto non solo ha creato il problema ma si è andato a sostituire al gestore delle reti idriche comminando addirittura una sanzione a una persona totalmente estranea alla vicenda e con una motivazione al dir poco ridicola. Chi ha agito in rappresentanza dell’ente comune in questa vicenda si e comportato come il famoso lupo, che rimprovera all’agnello di inquinargli l’acqua benché quest’ultimo bevesse a valle e non a monte del ruscello. È evidente”, ha aggiunto Di Cesare, “che nel caso in questione nessuna autorizzazione necessitava alla parrocchia per farsi ripristinare la fornitura di acqua per due motivi: perché la parrocchia non ha provveduto a nessuno scavo sul suolo pubblico, ma ha soltanto collaborato con gli operatori del Cam che è l’ente competente al ripristino della fornitura; e perché l’interruzione dell’acqua è stata determinata proprio dal comune che pretendeva di autorizzare uno scavo effettuato dal Cam dopo essere stato causa dell’interruzione. Che ruolo ha avuto il Comune, quindi, in questa vicenda? Secondo me c’è stato un certo pregiudizio nei confronti del parroco”, ha sostenuto Di Cesare, “perché non ho altre spiegazione in merito. Come definire il comportamento del vice sindaco e dei tecnici comunali? Non riesco a capire questa cosa. Negli ultimi tempi, sono sorti anche problemi per i lavori relativi alla costruzione di una cappellina posta nella parte retrostante la chiesa principale. Anche in questo caso il comune non si è comportato con equilibrio e sta ritardando la consegna della stessa cappella alla parrocchia. Mi auguro che da parte di coloro i quali stanno assumendo questi comportamenti ci sia un certo rasserenamento nella gestione amministrativa e si evitino comportamenti che possono creare solo danno al paese”.