Avezzano. L’orso marsicano, plantigrado che vive nel Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, e’ a rischio estinzione a causa dei tagli alla spesa pubblica. Il grido d’allarme e’ stato lanciato oggi a Cogne (Aosta) da Federparchi, a margine dell’assemblea nazionale. Come ha spiegato Giampiero Sammuri, presidente dell’organismo che raccoglie 17 parchi nazionali, 75 parchi regionali, 23 riserve marine e terrestri, ”gli orsi marsicani sono una delle sottospecie animali piu’ minacciate e per essere tutelati hanno bisogno di grande attenzione: ne sono rimasti 40-50 esemplari e se riduciamo ancora le risorse non si potra’ piu’ proteggerli”. ”Lo stesso – ha aggiunto – vale per l’orso in Trentino, per lo stambecco sulle Alpi o per gli uccelli rapaci come il Gipeto, appena reintrodotto a gia’ rischio di nuova estinzione”. Tutto a causa delle riduzioni di risorse imposte a livello centrale. ”Ma non si puo’ correre il rischio di estinzione di specie – osserva Samurri – per carenza di fondi”. Poi spiega: ”I parchi risentono della crisi come tutti gli altri comparti della Pubblica amministrazione. Alle riduzioni, pero’, si aggiungono anche limitazioni su dipendenti, su spese e su altri aspetti dell’attivita’. Cosi’ ci troviamo davanti ad un doppio taglio di risorse effettive”. Un esempio? ”Nella Pubblica amministrazione sono state diminuite le spese di promozione. Ci sono istituti pubblici che non ne hanno bisogno, ma limitarle a un parco vuol dire danneggiarlo perche’ non e’ solo tutela della natura ma anche sviluppo sostenibile. Non si puo’ considerarlo come un qualunque altro comparto, tralasciando che nel 2010 i parchi italiani hanno registrato oltre 30 milioni di visitatori”. La scure dei tagli si e’ abbattuta soprattutto sulle aree marine protette, ”dove la situazione e’ drammatica, siamo a rischio sopravvivenza”. ”Per queste situazioni – sottolinea Sammuri – abbiamo chiesto un intervento straordinario”. In particolare mancano i soldi per la benzina destinata alle motovedette che si occupano della vigilanza di tratti di mare. ”C’e’ il pericolo che quest’estate resteranno senza controlli” sbuffa il presidente di Federparchi. Infine c’e’ la questione degli ‘obblighi’ assunti a livello internazionale, come il monitoraggio delle biodiversita’, ”che non siamo piu’ in grado di assicurare”. Oltre alle ricadute sull’occupazione nei parchi (impiegati, tecnici, guardiaparco, amministrativi) e nell’indotto (guide,operatori turistici) e sulla ricerca. ”Alle difficolta’ – conclude Sammuri – possiamo supplire solo con grande professionalita’ diffusa e con impegno straordinario. Almeno finche’ ce la facciamo”.