Tagliacozzo. Il mondo social, la comunicazione e la sanità come possono convivere tra loro? Lo hanno spiegato oggi al Festival della comunicazione Controsenso medici ed esperti nel settore in un seminario moderato da Daniele Imperiale, consigliere dell’ordine dei giornalisti d’Abruzzo. “Qualche anno fa per una clinica privata era impensabile essere sui social, si aveva un sito statico come vetrina”, ha spiegato Lucia Di Lorenzo della clinica Di Lorenzo di Avezzano, “oggi abbiamo un portale che addirittura raccoglie i reclami e permette all’utente di interagire con il personale. Sono dei servizi aggiuntivi che però spesso non vengono valorizzati soprattutto dal mondo dell’informazione. Ma come mai si parla solo di mala sanità? Nessuno parla della buona sanità che c’è ma no viene valorizzata”. Secondo Maurizio Ortu, presidente dell’ordine dei medici “spesso i medici sono visti come bancomat, ma non è così. La sanità pubblica italiana è tra le due tre migliori al mondo. Qualcuno ha travisato l’articolo della costituzione in cui si spiega che lo Stato garantisce la sanità, oggi si pensa che lo Stato debba garantire l’immortalità. Non è così. Questo è frutto di una cattiva informazione che nuoce al medico e al sistema sanitario che si deve privare di un medico solo per avviso di garanzia”. Filippo Fordellone, presidente Pimos mutua social ha raccontato la sua esperienza e la sua attenzione ai nuovi fragili. “In Italia sono sempre più frequenti i fragili che ci portano invitabilmente a rivedere la nostra professione”, ha evidenziato, “in questo fondamentale è la comunicazione che anche in sanità è cambiata radicalmente”