Celano. Chi l’avrebbe mai detto! Celano è ancora il fulcro nevralgico della politica marsicana. Il comune marsicano non viene declassato per il declino politico dell’onorevole Piccone e anzi acquisisce ancora maggiore importanza. Chissà, pensare male è peccato ma spesso ci si azzecca, quindi non è da escludere che ieri, proprio l’onorevole Piccone abbia riso di cuore da spettatore dello psicodramma di Forza Italia. Se a livello nazionale Forza Italia è in grossa difficoltà, non si può dire diversamente a livello abruzzo. Mentre a Pescara si dibatte sul Coordinatore Provinciale Petrocco che accompagna il Presidente D’Alfonso sul suo elicottero, a Celano, Antonio Del Corvo, Presidente della Provincia di L’Aquila, presenta la sua lista e candidatura a sindaco. E fin qui tutto ok, se non fosse per la presenza inopportuna di Antonella Di Nino che è vice di Del Corvo in Provincia ma riveste il ruolo di Coordinatore Provinciale di Forza Italia. La stessa Di Nino non sembra però preoccuparsi del suo incarico di partito al punto di preferire l’evento di Del Corvo all’importante manifestazione di Forza Italia con i big del partito romani e regionali. La passerella è notevole. C’è Gasparri, la Pelino, Iampieri, qualche consigliere provinciale e amministratore locale, il Coordinatore Regionale Nazario Pagano e il suo vice Maurizio Bianchini, particolarmente attivo sul fronte celanese. La platea è piena. I maligni dicono che non vi fosse molta gente di Celano ma queste sono illazioni e dover di cronaca impone non dare troppa importanza. Manca solo Antonella Di Nino, la coordinatrice provinciale. Un vero e proprio affronto. Tutti tacciono. Bianchini si lascia andare ad un commento laconico bollando le assenze come di “poco conto”. Poi il paese è piccolo, la gente mormora e arriva la notizia: la Di Nino è alla manifestazione di Del Corvo e addirittura sta dando pubblicamente il suo endorsement senza la minima considerazione dei due circoli Forza Silvio. A voler affondare il dito nella piaga si potrebbe dire che un circolo, quello guidato da Vittoriano Frigioni, è vicino all’area picconiana, l’altro invece, guidato da Piperni e Di Loreto, di Piccone non ne vuole sapere. Fonti interne a Forza Italia dicono che stavolta la Di Nino ha passato il segno. Molti quadri, tra cui la Pelino e i vari ex AN, avrebbero addirittura chiesto la sua rimozione dall’incarico a Nazario Pagano che non si è lasciato andare alla minima difesa d’ufficio. Ciò fa pensare in una rimodulazione dell’organigramma di partito prima che la faccenda finisca sui tavoli romani indebolendo ulteriormente una quanto mai flebile leadership di Nazario Pagano. Insomma in Forza Italia, in Abruzzo come a Roma, regna il caos. La nave subisce colpi da tutte le parti. Troppe faide, troppi oggetti del contendere, che fanno capire come sia venuta meno una leadership pregnante e a tratti dispotica che garantiva la stabilità di partito. Proprio questo tipo di leadership era esercitato da Filippo Piccone nel Pdl. Lo stesso Piccone che ride sotto i baffi e prepara il colpo con Gesualdo Ranalletta per difendere il suo feudo attorno al Castello. (t.w.)