Avezzano. Durante la puntata del 13 di agosto, nella rubrica di SuperQuark dedicata all’educazione, è stato intervistato anche Eros Grossi, giovanissimo professore di storia e figlio d’arte del professore Giuseppe Grossi, che ha brillantemente illustrato l’innovativa tecnica d’insegnamento denominata “classe capovolta”. In questo metodo d’insegnamento, sperimentato per la prima volta negli anni 90 nell’università di Harvard con il nome di “flipped classroom”, si prova a ribaltare il concetto dell’insegnamento che, di fatto, è rimasto invariato ormai da secoli: affiancati dai professori i ragazzi durante la mattina svolgono i compiti, producono ricerche e risolvono i problemi sperimentando soluzioni a 360 gradi. Nel pomeriggio, invece, possono seguire la teoria attraverso le lezioni proposte attraverso dei filmati disponibili per tablet, pc e cellulari. Sono già molti gli istituti in Italia dove si insegna con il metodo della “classe capovolta” e anche il Liceo Scientifico Volterra di Ciampino, dove il professore marsicano insegna storia, è uno di questi.
Il vantaggio principale di questo metodo è che gli studenti si ritrovano subito dinanzi al problema, ragion per cui, riescono a capire meglio di cosa hanno bisogno per risolverlo e su cosa dovranno focalizzarsi durante le lezioni di teoria del pomeriggio. Lavorando in gruppo, inoltre, s’impara da subito ad affrontare i problemi in team, con un atteggiamento collaborativo e volto alla buona riuscita del progetto, orientato più a un successo di gruppo che non individuale.
Questo metodo ricorda un po’ quello che nella vita di tutti i giorni amiamo catalogare sotto la voce “esperienza” che, come amava ripetere Oscar Wilde, “…è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l’ esame, poi ti spiega la lezione”
Francesco Proia