Canistro. L’hanno riempita con i temi, i disegni e le frasi che hanno vinto il concorso scolastico “13 gennaio 1915: ricordo di una catastrofe…”. Ma hanno lasciato anche l’elenco telefonico, quello dei soprannomi del paese, dei detti e dei proverbi. E ancora: c’è la ricetta di come si faceva una volta il pane, ci sono monete e biglietti di lira e tante foto delle bellezze architettoniche e ambientali del paese. Tutto questo è la capsula del tempo, interrata a Canistro, sotto a quello che rimane della chiesa, nella parte alta del paese. Con una toccante e affollata cerimonia, il sindaco Antonio Di Paolo, insieme al vice Paolo Di Pietro, fautore del progetto ideato dall’architetto Raffaello Di Domenico, ha salutato insieme ai suoi cittadini la capsula, alta un metro e mezzo, che sarà riaperta solo tra cinquant’anni. Il punto è quello in cui il giorno del terremoto del gennaio del 1915, persero la vita quaranta canistrari, che erano in chiesa col parroco Gabriele De Michele, anch’egli morto sotto le macerie. Quella di comporre la capsula è un’iniziativa molto in voga nei paesi anglosassoni, ma che in Italia ha solo altri due precedenti. Tanti i cittadini che qualche giorno prima hanno accompagnato i loro figli a lasciare qualche piccolo oggetto, qualche immagine o altro, che custodirà per cinquant’anni anni la memoria del piccolo centro rovetano. Tra gli altri, Roberto Rai, figlio della storica fornaia ha lasciato anche un piccolo macchinario in miniatura che riproduce quello che usava sua madre. E’ stato lui a leggere i nomi dei 68 caduti nel terremoto del ’15 e i presenti a ogni nome hanno risposto “presente”. Il sindaco Di Paolo, in una lunga lettera, ha disegnato per i suoi successori un profilo storico, culturale e amministrativo della Canistro di oggi, il suo vice ha lasciato invece una lettera a sua figlia Giorgia, in cui le illustra anche quanto ama la sua Canistro. La capsula è stata portata in corteo dal gruppo alpini, presieduto da Fiore D’Abruzzo, a cui ha partecipato anche il comandante della compagnia dei carabinieri di Tagliacozzo, Edoardo Commandè, insieme al maresciallo della caserma di Civitella Roveto, Fabio Belmaggio. Presenti tutte le associazioni del territorio, compresa la Pro loco e Camera scusa che, in occasione del centenario del terremoto ha realizzato un filmato. Dopo la benedizione di don Andrés Arias Hurtado, il sindaco ha scoperto l’opera d’arte che sovrasta la capsula interrata, disegnata dall’architetto Di Domenico, realizzata dall’artista celanese Reginaldo Palumbo e inaugurato le due targhe, che riportano le frasi commemorative vincitrici del concorso scolastico di Flavia Mariani e Manuela Di Rocco.