L’Aquila. Aveva costruito una bella “casetta di legno”, all’indomani del sisma per le esigenze familiari, nel rispetto dell’iter autorizzativo previsto. Ma aveva anche evidentemente ritenuto che i costi di realizzazione sostenuti, poteva, almeno in parte, scaricarli fiscalmente. D.S.F., 45 anni, di origini teramane, cui è riconducibile un gruppo di imprese operanti nel settore dell’installazione di impianti, ha infatti pensato di farsi emettere una fattura ideologicamente falsa da un suo amico imprenditore edile I.C., 49 anni di L’Aquila, con il quale aveva un cantiere in comune a Carsoli. In pratica, i due si sono accordati per attestare la fittizia esecuzione di lavori edili presso quest’ultimo cantiere, così da mettere in condizione una delle società riconducibili a F.D.S. di dedurre l’importo della fattura emessa, in questo modo coprendo parte dell’impegno finanziario per la costruzione della casetta di legno. A scoprire l’illecito i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di L’Aquila che nel corso di una verifica fiscale hanno subito subodorato la falsa fatturazione. La G.d.F., oltre a recuperare l’indebito costo dedotto, in quanto attinente alla sfera privata dell’imprenditore committente, ha denunciato i due alla Procura della Repubblica di L’Aquila per l’emissione, in concorso, di fatture per operazioni inesistenti.