Avezzano. Il delicato caso Powercrop torna, nuovamente, al centro del dibattito marsicano. Ripercorriamo brevemente le ultime tappe del romanzesco iter burocratico relativo alla realizzazione dell’enorme centrale a biomasse Powercrop, prevista nella piana del Fucino, in località Borgo Incile di Avezzano. Lo scorso 24 marzo vi era stato il no della conferenza dei servizi, che ha poi spinto il dipartimento regionale a rimettere mano all’iter autorizzativo e a bloccare il progetto. Quindi, il conseguente stop (parere negativo) della Regione Abruzzo al procedimento di autorizzazione della Powercrop. Ieri, al Tar dell’Aquila, si è discusso (udienza cautelare) il ricorso Powercrop contro la Regione Abruzzo e il Comune di Avezzano in merito al diniego ricevuto nella conferenza dei servizi, a Pescara, lo scorso 24 marzo. Sul tema è intervenuto l’assessore comunale di Avezzano, Roberto Verdecchia: “L’ordinanza del Tar, oggi pubblicata, sul procedimento della Regione Abruzzo che ha ad oggetto l’impianto Powercrop, è l’ulteriore conferma che l’amministrazione comunale deve continuare a essere vigile e supervisore affinché si tuteli il bene della Marsica, del Fucino e soprattutto della salute dei cittadini. Voglio precisare che l’ordinanza del tribunale amministrativo regionale non ordina di emettere l’autorizzazione unica come richiesto dalla Powercrop in prima istanza, infatti la richiesta cautelare della società ricorrente chiedeva al Tar di ordinare alla Regione di emettere da subito detta autorizzazione, circostanza che non è stata accolta con grande soddisfazione delle amministrazioni comunali di Avezzano e Luco dei Marsi, ma stabilisce di riattivare il procedimento autorizzativo, dando la possibilità agli uffici regionali di compiere nuove considerazioni sulla qualità dell’aria ovvero il cosiddetto md3, nonché ulteriori valutazioni su circostanze specifiche che saranno oggetto di successiva integrazione e contestazione da parte delle amministrazioni interessate. Il Comune di Avezzano sta valutando l’ipotesi di ricorrere, seppur incidentalmente, in appello al consiglio di Stato. Faremo di tutto per contrastare l’insediamento che causerebbe gravi danni alla popolazione locale e all’intera piana del Fucino”, ha concluso l’avvocato Verdecchia. Anche il “Comitato no Powercrop” è tornato a farsi sentire sullo spinoso caso: “Apprendiamo ora, con sgomento e perplessità, che il Tar ha accolto questa istanza sospendendo il diniego di autorizzazione unica, ritenendo che la misura md3 del piano di tutela della qualità dell’aria della Regione Abruzzo, non può essere applicata al caso Powercrop. Pertanto, chiede di sospendere il diniego e rimettere tutto in discussione con una nuova conferenza dei servizi. Ricordiamo che al Tar sono ancora pendenti i ricorsi del comitato assieme alle categorie agricole e le associazioni ambientaliste. Per quanto quella di oggi può apparire una sconfitta, sappiate che non è così, si va avanti: noi auspichiamo che nessuno si arrenda, né i cittadini marsicani né gli enti che li rappresentano e che si vada avanti motivando la giusta opposizione a questa speculazione industriale, affinché il territorio marsicano e la conca agricola del Fucino possano ottenere la giustizia che meritano”.