Avezzano. Stipulare una convenzione tra Regione e ministero della Giustizia che, sfruttando le opportunità previste dalla normativa nazionale, consenta di mantenere in attività i tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, destinati alla soppressione nel 2018, in base alla legge sul riordino della geografia giudiziaria. La richiesta è stata avanzata dal Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio al Presidente della Giunta Luciano D’Alfonso. “Mentre altre Regioni si trovano a ripensare possibili spazi per uffici giudiziari già chiusi – rileva Di Pangrazio – per l’ Abruzzo si può invece prospettare un’azione preventiva di salvaguardia dei 4 tribunali non provinciali, ancora in attività”. “Il Consiglio regionale – scrive Di Pangrazio a D’Alfonso – in modo coeso e continuativo, ha mostrato particolare attenzione sul riordino delle sedi degli uffici giudiziari. Il tema è stato più volte sollevato e ampiamente discusso, sia nella precedente Legislatura come in quella attuale, al fine di esplorare ogni possibile via per evitare o contenere il disagio e la penalizzazione che i cittadini abruzzesi avrebbero subito con l’ attuazione delle scelte operate dai vari Governi nazionali. Scelte rivelatesi, tra l’altro, prive di risultati e benefici per un ‘servizio giustizia’ che dovrebbe rispondere a quei principi fondamentali di uno Stato di diritto e che, invece, risulta ispirato solo da un astratto calcolo di ragioneria finanziaria. La convenzione, quindi, va a individuare condizioni e modalità di intervento per scongiurare la chiusura di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, che lascerebbe metà regione priva di ogni presidio giudiziario”.
La chiusura delle quattro strutture giudiziarie, secondo quanto scrive ancora Di Pangrazio nella lettera inviata al presidente della Regione D’Alfonso, “provocherebbe anche un’ulteriore contrazione dell’ economia territoriale che ruota attorno ai centri ordinamentali della vita pubblica”. Il Presidente Di Pangrazio ricorda come il Consiglio regionale dell’Abruzzo sia stato il promotore, per ben due volte, del referendum per l’abrogazione della legge sul riordino dei tribunali, coordinando le altre Regioni italiane. Quesiti, ritenuti inammissibili dalla Corte Costituzionale, ma che hanno portato a un’apertura da parte del ministero e all’ introduzione di disposizioni che hanno permesso di ‘salvare’ 285 uffici dei Giudici di Pace, con i costi delle sedi e del personale amministrativo posti a carico dei Comuni, che hanno dato la propria disponibilità. Lo stesso potrebbe avvenire con i tribunali e le procure di Avezzano, Lanciano, Vasto e Sulmona, con la Regione che potrebbe accollarsi gli oneri necessari al funzionamento.