Tagliacozzo. All’indomani dei manifestini minatori a sfondo razzista attaccati da anonimi durante la notte la popolazione si divide e c’è chi, pochi in realtà, anche sui social network hanno contestato duramente l’atto xenofobo. Non se la sente, invece, di condannare il gesto anonimo il sindaco di Tagliacozzo, Maurizio Di Marco Testa. “I manifestini”, ha affermato, “sono la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché la gente di Tagliacozzo è stufa di sentirsi violentare la propria intimità con questi furti. Conoscendo la mia gente”, sottolinea, “sono sicuro che si è trattato di un episodio dovuto a un momento di rabbia, ma che non avrà assolutamente ulteriori conseguenze perché la popolazione di Tagliacozzo sa rispettare le proprie regole. Certi episodi trovano la loro ragione poiché in Italia per alcuni tipi di reati le pene sono troppo leggere”. Secondo il sindaco, la gente è esasperata e quella è una reazione a questo stato di rabbia. “Tagliacozzo è stato sempre un paese abbastanza aperto e pacifico. Questi fatti sono il frutto di episodi che hanno turbato la comunità nei tempi passati: non ultimi i furti che si sono verificati in questi giorni e sembra che i responsabili siano stati presi. E’ chiaro che i processi si fanno in tribunale e la magistratura deve fare il suo corso, ma è anche vero che in una nazione democratica, e in un Comune democratico come Tagliacozzo, che accetta tutti, tutti devono rispettare le regole e nessuno si può permettere di turbare la quiete e la serenità della nostra splendida cittadina che è famosa per la sua storia arte e cultura, non certamente per i furti che vi avvengono. Per i giorni avvenire ho intenzione di incontrare alcuni responsabili della comunità romena e con gli stessi fare un punto della situazione anche per isolare le mele marce”.
Nei manifestini, con la scritta in alto “- 3”, oltre alle foto degli accusati si legge: “Bastardi, siete tanti ma qui comandiamo noi! Guardatevi le spalle, non siete più al sicuro cani. Nessuno di voi. Una macchina rubata, una persona molestata, un negozio distrutto, non avrete più pace in questo Paese”.
Intanto sulla vicenda è stata avviata un’indagine dei carabinieri per individuare i colpevoli che ora rischiano grosso e un fascicolo sarà presentato alla Procura della Repubblica di Avezzano, con indagini anche su commenti offensivi e dello stesso tenore su Facebook. Dopo gli arresti di tre romeni, Rosca Mihaita (23), Jonut Nandu Mastahac (26), (accusati di furto) e Pelin Mihai (26) (di resistenza), le cui facce sono finite su manifestini in stile far west, in mattinata è prevista l’udienza di convalida.