Avezzano. Non era solo la base per far entrare immigrati disperati in cerca di lavoro e pronti a cambiare vita, ma era anche una base per “ripulire” l’identità di immigrati illustri. Un’attività che permetteva anche di finanziare organizzazioni terroristiche Al Qaida. E’ l’ipotesi che emerge dalle intercettazioni nel fascicolo dell’indagine portata avanti dalla procura di Cagliari e che vedrebbe coinvolti degli agricoltori e imprenditori marsicani compiacenti.
L’operazione ha portato, con un’ordinanza del gip del tribunale sardo, Giorgio Altieri, all’arresto di dieci persone per presunto terrorismo di matrice islamista, tra cui due immigrati di Avezzano, Zubair Shaah, 35 anni, e Sadiq Shaah, 60 anni, uno ancora latitante, e che vivevano in una abitazione in via Piana e in un caseggiato in via Monte Grappa. Secondo l’accusa, ponevano in essere iniziative volte all’approvvigionamento di denaro per l’organizzazione e per questo l’accusa è anche di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, usata come fonte di autofinanziamento. Tutto ciò ricorrendo a falsi contratti di lavoro rilasciati da imprenditori locali compiacenti o si spacciavano i diretti interessati per vittime di persecuzioni etniche o religiose.
Dalle intercettazioni tra i capi dell’organizzazione emerge che il Fucino veniva utilizzato per far entrare immigrati e personaggi di spicco:
“Ad Avezzano possono essere ottenuti 50 o 60 nullaosta! … Quando il nullaosta di una persona viene concesso noi non lo possiamo dare a lui… lo possiamo dare a te! … Se il nullaosta viene rilasciato con un altro nominativo può essere utilizzato da un’altra persona”…
O ancora:
“Dal Pakistan è possibile far venire in Italia un’altra persona con gli stessi documenti, possiamo cambiare il nome, questo si può fare in ambasciata… quelli che lavorano in ambasciata hanno delle persone esterne all’ambasciata che fanno da tramite, i quali creano documenti con false identità…
spendendo 100.000 rupie (circa 1.500 euro ndc) si può avere il passaporto con un’identità diversa dalla persona che lo richiede…”.
Un altro capo del gruppo islamico spiegava che:
“I contratti di lavoro ad Avezzano venivano acquistati da un certo Smail o Ismail, il quale dava 3.000 euro ai contadini e aveva un guadagno di 2.000/2.500 euro, per cui i contratti non venivano venduti a meno di 6.000 euro”.