Avezzano. Undici persone risultate affette da rinite allergica, su un campione di 51 controllate, presentavano segni di asma bronchiale. E’ il dato scaturito dai controlli, effettuati dal venerdì e sabato scorsi, dal servizio di Allergologia dell’ospedale di Avezzano, di cui è responsabile il dr. Francesco Murzilli, nell’ambito della campagna nazionale sulla rinite allergica. Un’iniziativa all’insegna della prevenzione che ha affollato gli ambulatori dell’ospedale di Avezzano, richiamando persone anche da fuori Regione. Un’affluenza che non sorprende dato che il reparto, con quasi 8.000 prestazioni ambulatoriali l’anno e un’ampia fetta di utenza da fuori Regione, ha imposto ormai da anni il proprio marchio doc di qualità in Abruzzo. Visite, prick test con allergeni inalabili ed esame spirometrico, sono stati gli accertamenti compiuti sui pazienti nel weekend dedicato alla rinite allergica. Durante i controlli sono stati esaminati soggetti di età tra i 6 e gli 83 anni, sei dei quali over 65. Nel campione oggetto del focus, larga prevalenza delle femmine (32). Il dato sulla presenza di segni di asma bronchiale, in oltre il 22% nei soggetti osservati, si incrocia con un altro aspetto: quasi la metà dei pazienti esaminati (23 su 51) non era a conoscenza che la rinite allergica si accompagna spesso all’asma bronchiale. Infatti dall’analisi delle informazioni raccolte si evince che la rinite allergica è ancora una patologia poco conosciuta dai pazienti. Tutto ciò porta all’utilizzo di farmaci anche quando non è necessario oppure all’adozione di terapie improprie. Non a caso ben 48 dei 51 soggetti, passati sotto la lente d’ingrandimento dai medici del reparto, credevano di soffrire di rinite allergica che invece si è rivelata tale, al controllo, solo per 31 di loro.
“I pazienti”, dichiara il dr. Murzilli, “pur affermando di sapere cos’è la malattia, ritengono di avere una rinite allergica ogni volta che manifestano disturbi nasali protratti, ignorando che tali sintomi potrebbero essere dovuti a cause non allergiche. Sulla base di queste sbagliate convinzioni i pazienti mettono in atto comportamenti terapeutico-preventivi del tutto approssimativi invece di indagare se, dietro i sintomi, si nasconde o meno una rinite allergica o un’asma bronchiale. Ulteriore conseguenza”, prosegue il responsabile di allergologia, “di questo atteggiamento è che un’ampia quota dei pazienti presi in esame pratica l’automedicazione, rivolgendosi alle farmacie oppure sulla base di consigli ricevuti da amici o parenti o informazioni attinte da internet. Occorre pertanto”, conclude Murzilli, “che gli allergologi, i medici di medicina generale e i farmacisti collaborino maggiormente creando un network informativo- gestionale, mettendo in atto procedure diagnostiche e terapeutiche suggerite dalle evidenze scientifiche, al fine di migliorare la qualità di vita dei pazienti e ridurre i costi economici e sociali”