Luco dei Marsi. Appello del parroco del paese a «non sfruttate gli immigrati». Don Michele Morgani, sacerdote nel Comune marsicano con il più alto tasso di immigrati, ha invitato i fedeli a promuovere l’integrazione aiutando gli stranieri a integrarsi: «rispettateli e aprite la porta a chi bussa a casa vostra». Il sacerdote però sostiene allo stesso tempo che le istituzioni e le forze dell’ordine «devono garantire la legalità». Il sacerdote è da sempre impegnato con la Caritas nell’aiuto delle persone bisognose e anche degli immigrati. Ha invitato i fedeli al rispetto dei valori umani ammettendo, però, il disagio che c’è in città per la massiccia presenza di immigrati. Secondo alcuni dati sarebbero il 30 per cento della popolazione. «I fedeli», spiega il sacerdote, «spesso sono spaventati dalla presenza incisiva di stranieri che spesso sono senza lavoro e quindi in difficoltà. Quella sull’immigrazione», sottolinea, «è una problematica aperta e in evoluzione, so che i carabinieri hanno incrementato i controlli e che il Comune sta adottando provvedimenti, ma i fatti incresciosi si verificano in continuazione, anzi, aumentano. La popolazione è preoccupata, ma non bisogna cadere nell’errore di pensare tutti gli immigrati disonesti perché alcuni di loro lo sono. Ci sono difficoltà oggettive, è vero», sottolinea don Michele, «e c’è malavita, ma ci sono anche abusi nei confronti degli stranieri. Ai fedeli dico di rispettare gli immigrati, di aiutarli e di non sfruttarli. Quando leggiamo di un imprenditore che picchia i suoi lavoratori significa che il problema c’è. E poi», aggiunge il parroco, «c’è anche povertà, un continuo bussare alla parrocchia per chiedere il pagamento della bolletta, o i vestiti o addirittura da mangiare, ma non si può vivere di elemosina, e non deve divenire la normalità perché c’è anche la dignità della persona. Invito i fedeli a fare tutto ciò che è possibile per aiutare gli stranieri, ma allo stesso tempo invito chi di dovere a far rispettare le regole e la legalità. L’integrazione e il dialogo», conclude, «sono obiettivi lontani e difficili, ma da perseguire sempre».