Avezzano. Le rsu di stabilimento esultano per la decisione del comitato Valutazione impatto ambientale che ieri ha stabilito che la modifica al progetto richiesta dalla Powercrop per l’impianto a biomasse è una presa d’atto che non cambia di fatto il disegno già approvato nel 2010. “Battaglia vinta! Eravamo preoccupati e fiduciosi allo stesso tempo; infatti, lo stiamo predicando ormai da mesi che il Via doveva solo valutare una modifica non sostanziale”, hanno spiegato le rsu di stabilimento Marco Iacutone (Fai Cisl), Vittoriano Marcanio (Flai Cigl) e Cesidio Stornelli, “in pratica, i fili dell’elettrodotto che porterebbe l’energia prodotta dalla Centrale alla cabina dell’Enel, anziché passare in aerea saranno interrati. Non abbiamo capito tutto il clamore e le agitazioni dei mesi scorsi, da parte degli Assessori Comunali Guanciale e Verdecchia, oltre che delle associazioni ambientaliste, i quali senza una giustificata base giuridica e legislativa, si sono sbilanciati in proclami che, come al solito, hanno ottenuto solo l’effetto di creare aspettative nelle persone che qualcuno sta cercando di convincere della pericolosità di questo impianto. La lotta per riottenere di nuovo il posto di lavoro e crearne sicuramente altri non è ancora finita. Adesso abbiamo l’obbiettivo di far convocare al più presto la Conferenza di Servizi che dovrà decidere definitivamente per l’autorizzazione Unica”. In sostanza la Regione, dopo aver ascoltato le parti, ha preso atto che la modifica di interrare i cavi dell’elettrodotto può essere fatta. Non c’è stato però, a differenza di quanto ipotizzato dalle amministrazioni e dalle associazioni ambientaliste, alcun cambio di rotta per il progetto già approvato nel 2010. “Ricordo che la Regione è in difetto sulla tempistica di valutazione e conclusione del progetto stesso”, ha commentato Iacutone, “il procedimento, infatti, si doveva chiedere in 180 giorni, invece sono passati più di 4 anni. E’ bene che si sappia che tutto Il tempo trascorso non è dovuto a provvedimenti di sospensione dell’iter incorso, come qualcuno strumentalmente sta sostenendo, ma a ritardi ingiustificati, dovuti alla inerzia degli uffici deputati ad analizzare le pratiche. E’ per questo che a partire dalla settimana prossima, se saremo costretti, non esisteremo a segnalare il fatto alla magistratura oltre che al Prefetto dell’Aquila, nuovamente incaricato come Commissario ad Acta per il procedimento di riconversione dello zuccherificio di Celano”. Secondo i rappresentanti dei 45 dipendenti dell’ex Sadam che aspettano una ricollocazione dal momento che il 30 giugno gli scadrà anche la cassa integrazione: “sono stati persi mesi preziosi, che potrebbero mettere a rischio la possibilità di essere ricollocati, qualora la centrale venisse autorizzata. Alla politica, e in particolare al Sindaco Di Pangrazio ed al Presidente della Regione D’Alfonso, che fino ad ora sono stati sordi ai nostri appelli, chiediamo di essere ascoltati per condividere un percorso comune, che riporti su un tavolo delle trattative tutta la vicenda della riconversione dello Zuccherificio, e che con il nostro supporto, si riapra un dialogo con il gruppo Maccaferri, il territorio e le amministrazioni varie, per poter meglio condividere potenzialità e ulteriori garanzie per l’ambiente, la salute pubblica ed anche per ottenere il maggior vantaggio economico e lavorativo da un insediamento che prima o poi, siamo convinti, si dovrà comunque fare; in particolare ci teniamo ad evitare il rischio di ritrovarci nella medesima situazione della Centrale Turbogas di Celano, che nonostante la contrarietà della politica di allora,le proteste dei cittadini, i trattori dei contadini che invasero le strade della Marsica venne comunque fatta ed il territorio non ebbe nessun tipo di beneficio economico. Fino ad ora noi non ci siamo mai sbagliati, quello che abbiamo detto si è avverato e speriamo di non essere considerati come “Cassandre”, perché la mitologia che abbiamo studiato con Omero ci racconta che fine fecero coloro che non vollero ascoltarla”.