Avezzano. Rimessi in servizio i cinque docenti marsicani dopo la pensione grazie a una sentenza che fino a ora non era stata applicata. Ora l’Ufficio scolastico regionale ha fatto marcia indietro e ha dato seguito all’ordinanza del Tribunale di Avezzano che in realtà era immediatamente esecutiva. L’esposto alla Procura da parte delle ricorrenti e l’approdo della vicenda in Parlamento con ben due interrogazioni a risposta scritta indirizzate al Ministro dell’Istruzione, hanno giocato un ruolo decisivo. Che fine faranno però le supplenti al lavoro dall’inizio dell’anno scolastico? L’Istituto scolastico, per salvaguardare la continuità didattica ha stabilito che devono stare a disposizione delle loro sedi per supplenze e attività didattiche di supporto verso gli alunni più svantaggiati. Il ritorno a scuola è avvenuto in un clima di serenità e collaborazione reciproca tra le ricorrenti e i rispettivi dirigenti scolastici, nonostante le accese polemiche dei giorni scorsi intorno alla vertenza. Le docenti erano difese dal responsabile dell’ufficio legale della Uil scuola, Salvatore Braghini e da Renzo Lancia. “Il direttore regionale”, spiegano i legali, “ha finalmente ripristinato la legalità, facendo prevalere il buon senso. In caso contrario si sarebbe arrivati non davanti a un giudice civile ma penale”. Ora la parola torna, invece, al presidente del Tribunale Eugenio Forgillo, che finora ha condotto la fase giudiziale con equilibrio e rispetto delle prerogative di ciascuno degli attori. Ma gli avvocati assicurano che “le sorprese non sono finite e all’udienza decisiva del 4 marzo, sarà tirato fuori un asso nella manica”.