Avezzano. Entrava nella casella email di una ragazza che aveva aiutato ad attivare la posta elettronica, ma viene rintracciato dalla polizia postale. Si tratta di D.M., 33 anni, di Pescina, che dovrà rispondere di molestie e di accesso informatico abusivo. E’ stato rinviato così a giudizio davanti al giudice del tribunale di Avezzano per aver scaricato le immagini della studentessa e, alcune di queste, di cui solo lei poteva essere in possesso, sono finite su un finto account Facebook. Il giovane, sempre secondo l’accusa, con alcuni scatti privati della ragazza aveva infatti anche creato un falso account sul social network, spacciandosi per lei. La vicenda ha preso piede quando il giovane della Valle del Giovenco, titolare di un esercizio commerciale, esperto di computer e moderatore di blog, viene contattato tramite una chat dalla ragazza 32enne, residente all’Aquila, che gli chiede una collaborazione per attivare una nuovo account di posta elettronica. Lui accetta e presta la propria attività, interagendo con la ragazza per attivare una nuova casella email e anche un profilo sul noto social network. Concluse tutte le procedure la giovane aquilana ha cominciato a utilizzare la mail, pensando che tutto fosse in regola. Non ha però probabilmente mai sostituito la password pensando che non sarebbe mai stata utilizzata dal atre persone, a parte lei. La ragazza ha così cominciato a scambiare messaggi con il fidanzato, tra cui posta con foto osé allegate. A un certo punto, però, si è accorta che qualcosa non andava. Si è ritrovata alcune foto di cui solo lei poteva essere in possesso sul finto account Facebook. Preoccupata, temendo che anche quelle più hard potessero finire nelle mani sbagliate, ha presentato una denuncia alla polizia postale. Gli agenti hanno avviato le indagini e dopo pochi giorni sono riusciti a risalire all’indirizzo Ip dell’ultimo utente che aveva avuto accesso a quella casella di posta. Tramite verifiche incrociate è emerso che si trattava del marsicano. Quando alla giovane è stato comunicato il nominativo, lei ha capito tutto. Ha presentato, a quel punto, anche una richiesta di risarcimento danni. Secondo l’accusa e secondo le indagini eseguite dalla procura della Repubblica dell’Aquila, il giovane informatico aveva tenuto le password di accesso della mail e aveva continuato a entrarvi anche mentre la ragazza lo utilizzava per questioni personali. Una ipotesi che dovrà essere dimostrata dall’accusa al tribunale di Avezzano. Il commerciante, difeso dall’avvocato Aldo Lucarelli, è stato infatti rinviato a giudizio e dovrà comparire davanti al giudice Stefano Venturini. Dovrà rispondere dei reati di accesso abusivo a un sistema telematico e molestia.