Gioia. Continua il botta e risposta in seguito al comunicato in cui Salviamo l’Orso denunciava il crescente rischio di un’estinzione improvvisa dell’orso marsicano minacciato nel Pnalm da un infezione di tubercolosi bovina ormai presente nell’area da oltre due anni. A tal proposito il Presidente dell’ente Parco, Antonio Carrara, è intervenuto con alcune precisazioni sulle dichiarazioni rilasciate dalla Asl, “come ho già avuto modo di dire, non mi piace fare distinguo e polemizzare con altre istituzioni pubbliche perché ad esse i cittadini chiedono di risolvere i problemi non di rimpallarsi le responsabilità”. “Qualche giorno fa – prosegue la nota – ho ritenuto necessarie alcune precisazioni sul focolaio di TBC presente in un’area del Parco e della sua zona di protezione esterna e, evitando di polemizzare, ho ribadito alcune delle azioni necessarie per evitare che la TBC possa trasmettersi agli orsi, come è già accaduto. Devo, mio malgrado, prendere atto che il direttore dei servizi veterinari della ASL dell’Aquila piuttosto che esercitarsi nel fornire le informazioni più precise, dettagliate e puntuali sulla vicenda, come la delicatezza della stessa avrebbe meritato, preferisce tirare il pallone sugli spalti e polemizzare direttamente con il Parco, fornendo informazioni non veritiere e attribuendogli posizioni mai espresse. Ero convinto che ai funzionari pubblici competesse dare attuazione a norme, regolamenti e piani di intervento decisi a livello nazionale e regionale e non esprimere opinioni discutibili e fuori luogo sull’operato del Parco”. “Prendo atto che non è così – continua nella nota il Presidente Carrara – e questo mi costringe a fare alcune precisazioni: il Direttore della Asl sostiene che le relazioni del progetto life arctos “hanno volutamente” sottovalutato il monitoraggio della TBC tra la fauna selvatica. Si tratta di un’affermazione grave, in questo caso si può dire, volutamente diffamatoria. E’ bene per tutti precisare che l’azione relativa al controllo sanitario è stata gestita dalla Regione Abruzzo che ha messo a disposizione di tutti alcune relazioni tecniche e una proposta di linee guida per un monitoraggio sanitario in linea con le esigenze di tutela dell’orso marsicano. Il monitoraggio sanitario, inoltre, è stato limitato alle prime 7 malattie non per scelta del Life Arctos, ma del Tavolo Tecnico Sanitario su richiesta del Ministero della Salute”. Secondo Il Presidente Carrara la Asl, così come i servizi veterinari, al contrario di quello che scrive il Direttore, è stata sempre invitata alle riunioni del tavolo tecnico sanitario presso il Ministero della salute. “Il giochetto di spostare l’attenzione sui selvatici – prosegue a precisare – in presenza di un focolaio di tbc su animali domestici lasciati al pascolo brado è del tutto fuorviante e inutile, basta leggere le relazioni del progetto life dove si segnala che un ‘dato fondamentale che può essere estrapolato dallo studio è rappresentato dall’elevato numero di specie, domestiche e selvatiche, in grado di condividere gli stessi patogeni'”. Si afferma che la fauna selvatica è infetta da TBC, se la si cerca “E’ possibile e verosimile – dichiara il Presidente – ma a parte l’Orsa deceduta, fino ad oggi sulla fauna selvatica morta e recuperata non è stato mai isolato l’agente della Tubercolosi (Mycobacterium tuberculosis complex). Sono stati isolati altri Micobatteri (ne esistono tantissime specie, patogene e non), regolarmente segnalati dall’IZS, che ha fatto l’accertamento, alle ASL competenti”. Secondo il Direttore, il Parco dichiara di voler mitigare il conflitto con i residenti ma poi chiede lo stamping out e vuole cacciare e affamare gli allevatori. “Orbene – replica Carrara – è giusto che si sappia che il Parco, insieme al Sindaco di Gioia, ha sostenuto lo stamping out su indicazione della stessa ASL, in quanto dopo mesi e mesi non si riusciva a concludere i controlli sanitari pur in presenza di un focolaio di TBC. La stessa richiesta è stata condivisa dalla Regione Abruzzo e dal Ministero della salute. Tutti affamatori?”. Il Parco vuole semplicemente che le attività zootecniche siano svolte nel rispetto delle regole e con pratiche compatibili con la presenza di un’area protetta, nell’interesse di tutti, a cominciare dagli allevatori, per i quali la presenza della TBC non è certamente un indicatore di qualità. Il Presidente Carrara ha ritenuto doverose queste precisazioni per evitare inutili polemiche e strumentalizzazioni, come è già avvenuto. L’Ente parco è interessato a risolvere il problema, non a polemiche che finiscono per nasconderlo, e confida nella Regione Abruzzo che saprà mantenere gli impegni assunti per la tutela dell’orso marsicano.