Avezzano. Sono stati assolti dall’accusa di omicidio colposo perché secondo quanto emerso dalle consulenze tecniche agirono in modo professionale, senza fare errori. Si tratta di tre medici dell’ospedale di Avezzano che erano finiti sotto processo per aver provocato la morte di un paziente con la perforazione dell’intestino. Il tribunale di Campobasso li ha assolti tutti perché il fatto non sussiste. Sono stati scagionati l’ex primario della struttura avezzanese, Loreto Scipioni, 68 anni, e altri due dirigenti medici, Luigi Tibaldi (54) e Gianna Agnese Mosca (48). La vittima, Eolo Serafini (71), di Avezzano, morì il 9 marzo del 2009, dopo un intervento di colicistectomia con la tecnica della laparoscopia. Aveva accusato forti dolori all’addome e, per un’infezione che aveva interessato altri organi, era stato sottoposto ad altro intervento chirurgico per riparare una perforazione dell’intestino. Questa perforazione, secondo la tesi del pm, era avvenuta nella prima operazione. Una serie di relazioni presentata da due consulenti dell’accusa e dal consulente della difesa hanno invece dimostrato l’innocenza dei medici. Dalla ricostruzione fatta dal pubblico ministero, Giovanna Rosa Immacolata Di Petti invece i medici, difesi dagli avvocati Leonardo Casciere, Emiliano De Amicis, Angelo Ficorella e Gianfranco Restaino, avevano provocato con la perforazione le infezioni che poi hanno portato il paziente alla morte, avvenuta dopo due giorni e nonostante l’intervento riparatore. Il processo è stato però incentrato su questioni di natura tecnica e si è avvalso di diversi medici che hanno lavorato per ricostruire l’accaduto. Dopo otto udienze, il giudice del tribunale di Campobasso ha preso una decisione e ha assolto tutti gli imputati. Il pm aveva chiesto per i tre medici tre anni di reclusione. Il processo si è tenuto al tribunale di Campobasso in quanto una delle parti civili, difesa dall’avvocato Vincenzo Colaiacovo di Sulmona, è il magistrato Bianca Maria Serafini, giudice del tribunale di sorveglianza dell’Aquila.