Avezzano. Una spesa di quasi un milione di euro per bonificare il deposito di via Galilei. E’ infatti stata pubblicata una determina per l’affidamento dei lavori di rimozione dei rifiuti e della montagna di pneumatici dal sito industriale dismesso sette anni fa e andato in fiamme nel nucleo industriale nel 2011. Ora la preoccupazione è che anche il traffico di rifiuti scoperto nei giorni scorsi dalla guardia di Finanza e dalla Forestale, e che ha portato al sequestro di due capannoni, possa portare a una simile e disastrosa conclusione. Il capannone era stato gestito fino a pochi anni prima della società Effe System, dichiarata fallita nel 2005. Nel piazzale c’era una distesa sterminata di pneumatici accatastati, materiale in decomposizione. Era stato il giudice del tribunale di Sulmona, dopo il fallimento, a disporre nei confronti dell’allora sindaco, Antonio Floris, l’obbligo a bonificare la zona e “di adottare tutti i provvedimenti opportuni per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi depositati sulla porzione di area occupati in passato dalla società stanziando le somme necessarie all’affidamento dei lavori”. Ora con una determinazione dirigenziale del settore Legale e Ambiente, pubblicata alcuni giorni fa, è stato infatti stabilito che dovrà essere messa mano alla pericolosa situazione ambientale ancora presente nella zona di Borgo Incile. L’investimento necessario è di 950mila euro. Una cifra imponente per un Comune di 40mila abitanti e che sarebbe potuta essere impiegata per altri fini. Per ora 350mila euro sono stati già stanziati dal Comune. Si cerca una compartecipazione statale per gli altri 600mila. In caso non si raggiunga l’obiettivo, il Comune dovrà sborsare ogni anno una parte dei fondi. Il maxi deposito di gomme era stato scoperto nel 2009 quando dall’allora consigliere di minoranza Roberto Verdecchia, attuale assessore, fu lanciato l’allarme del pericolo potenziale in caso di incendio. Quella discarica, formata da rifiuti tessili assemblati, residui plastici e una considerevole quantità di rifiuti tossici e nocivi in decomposizione, era stata definita una vera bomba ecologica. Quell’ammasso di rifiuti che si nascondeva dietro alcuni capannoni in via Galilei era in realtà un grosso deposito abbandonato, sfruttando lo stato di fallimento delle aziende proprietarie. Rifiuti tossici a poche decine di metri dalle abitazioni.