Avezzano. Cosa c’è dietro quelle tenere insalate e quelle dolci patate che finiscono, dopo aver attraversato spirale insidiose come gironi danteschi, sulle nostre tavole? C’è una fitta rete di interessi, di accordi, di soprusi e di prepotenze. C’è quella che ormai viene denominata Agromafia, un nuovo sistema criminale che agisce soprattutto per fare un business di ciò che mangiamo. Il sistema, più volte denunciato dalle autorità competenti, è stato fotografato nel terzo rapporto elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. E ovviamente la Marsica non manca. Il Fucino è presente su questo grande reportage in quanto rappresenta un punto chiave per l’azione criminosa di chi, senza scrupoli, fa affari su quello che mangiamo. Braccianti schiavizzati e pagati con quattro soldi, insalate che partono dal Fucino, arrivano in Sicilia e poi tornano nell’Italia con i prezzi quadruplicati e poi ancora prezzi imposti da chi acquista e falsi contratti di lavoro. “Non è solo la Marsica ma l’intero territorio”, ha commentato il direttore di Coldiretti L’Aquila Massimiliano Volpone, “purtroppo dove le economie sono più sviluppate queste organizzazioni trovano più spazio. Non abbiamo riscontri oggettivi per dire che un territorio è più colpito rispetto ad altri. Purtroppo a tutt’oggi nessuna zona è indenne. Ci sono delle aree dove sistemi malavitosi si sono impossessati dell’agricolture, altre delle produzioni”. Oltre a questi mali che, anche se ormai noti, non riescono a essere estirpati ci sono anche altri aspetti negativi nel rapporto Agromafie che riguardano il food. “Vengono prodotti falsi made in Italy”, ha continuato il direttore, “soprattutto nei settori dell’olio e del latte. Tanti prodotti non rispettano parametri di legge e poi vengono venduti con denominazioni comuni. Questi meccanismi spesso sono in mano ai malavitosi e arrecano danni sia al consumatore sia al contadino del territorio. C’è tanta preoccupazione e noi come organizzazione portiamo avanti battaglie per le legalità e la trasparenza per far sì che tali aspetti emergano e vengano puniti con pene certe. In modo tale che queste aziende e queste persone non possano più agire e arrecare danni alla comunità”.